giovedì 26 giugno 2014

L'inizio di una nuova era?

A conclusione della stagione 2013/14, che ci ha regalato nuove e intense emozioni come solo il calcio può dare, parecchie sarebbero le considerazioni da fare, al di là dell'ambito prettamente sportivo; è evidente infatti come sia in atto una continua evoluzione nel mondo del pallone, cominciata proprio qualche anno fa, dovuta all'intenso e immenso business che ruota attorno ad esso. Un business ormai irrefrenabile, che purtroppo ha intaccato i valori di questo splendido sport: le cifre di qualsivoglia attività calcistica, dalla retribuzione di un calciatore alle transazioni fra due società, sono ormai sempre più esorbitanti e scandalose e hanno fatto del cacio un regno dominato totalmente dal capitale, un regno con cui la passione ha sempre meno a che fare. A proposito di passione, gli ultimi grandi esempi che tutti ricorderemo per sempre, quelli che chiamiamo senza pensarci troppo "bandiere", quelli che vanno oltre il tifo e sono capaci di affascinare tutti, se ne stanno andando uno dopo l'altro, segno di un cambio generazionale che, purtroppo, è più negativo che positivo. E' difficile che sul campo ci sarà ancora gente come Alessandro Del Piero, Francesco Totti, Javier Zanetti, Ryan Giggs o Steven Gerrard, tutti sulla via del ritiro o quasi; questi sono alcuni dei campioni che hanno fatto sognare milioni di amanti del calcio. Soffermiamoci a parlare di due in particolare, che proprio un mesetto fa hanno annunciato il loro addio: Giggs e Zanetti. Due uomini prima che calciatori, come si dovrebbe sempre essere. Entrambi quarantenni, fino a poco tempo fa attraversavano il campo con la solita corsa inarrestabile, mettendoci lo stesso impegno e la stessa passione, allenandosi con la stessa dedizione di quando erano poco più che ventenni. Il primo, stella del Manchester United, ha preso il posto di David Moyes come allenatore ad interim e la settimana successiva ha disputato la sua ultima partita all'Old Trafford, la sua casa. "Ryan è un esempio per tutti noi, per il modo in cui si prende cura di sé. Penso che nessuno potrà eguagliare la sua carriera per longevità. Ha pienamente meritato questo contratto perché la sua forma fisica è rimasta intatta", cosi aveva dichiarato Sir Alex Ferguson quando Giggs aveva rinnovato il suo contratto l'anno scorso. I tifosi hanno avvertito un'ondata di entusiasmo alla sua prima da trascinatore dei Red Devils, segno che si tratta di una leggenda che non lascerà mai il loro cuore. Proprio come Zanetti, capitano eterno dell'Inter, che dopo un grave infortunio da cui pochi si sarebbero ripresi alla sua età, ha disputato la sua ultima partita contro la Lazio. "Ho deciso di ritirarmi perché ho sentito che era arrivato il momento. Perché il calcio mi ha dato tantissimo e mi sono goduto ogni momento. E perché dopo l'infortunio mi ero riproposto di dimostrare che sarei potuto tornare competitivo, e l'ho fatto. Mi sento completo e realizzato. Ritirarmi a 41 anni sentendomi ancora bene e in forma non ha prezzo". Queste le parole di Javier, che con le sue 1112 partite è entrato della storia del calcio oltre che in quella di un club dalla grande tradizione. Un filo rosso, per concludere, collega sorprendentemente i due giocatori di cui stiamo parlando. "Uno dei rivali che mi ha messo più in difficoltà è stato Giggs" dice Zanetti, mentre Ryan: "Javier Zanetti è stato l'avversario più difficile che abbia mai incontrato. Lo incontrai per la prima volta nel '99, ai quarti di Champions. Lui terzino destro, io ala sinistra. Mi impressionò per la sua rapidità, potenza, intelligenza ed esperienza. Ci ho giocato contro altre due volte ed è stato l'avversario più duro in assoluto. Un campione completo". Un rispetto reciproco di fronte al quale ci si può solo levare il cappello. L'interrogativo pesante ed inquietante che sorge a questo punto è se mai ci sarà qualcuno capace di unire e al contempo appassionare come hanno fatto Giggs e Zanetti.


(Jacopo Burgio)

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