lunedì 2 settembre 2013

Gli artisti del pallone: Ricardo Kakà

Il sogno dei tanti tifosi milanisti è stato avverato: Kakà è da oggi un nuovo giocatore rossonero, o almeno, nuovo si fa per dire. E’ questo il grande passo in avanti che Galliani desiderava per risollevare i tifosi, dopo aver perso tanti grandi campioni come Ibrahimovic, Thiago Silva e Boateng. Ma non è il momento per parlare del mercato del Milan: vogliamo invece che Kakà sia riscoperto come lo conoscevamo tutti, quando faceva sognare l’Italia, perché dall’esperienza spagnola ha visibilmente perso la strada.
Ricardo Izecson dos Santos Leite nasce a Gama il 22 Aprile 1982; proprio dalla sua data di nascita prende il numero che lo renderà famoso al Milan. Comincia a giocare nelle selezioni del San Paolo, con cui fa il suo esordio nella massima serie a Febbraio del 2001, quasi diciannovenne. Poco dopo, si prende la sua prima soddisfazione personale: durante la finale del torneo Rio-San Paolo segna una doppietta che fissa il risultato sul 2-1 contro il Santos e che sancisce la prima vittoria del club nella storia del torneo; durante la sua prima esperienza in patria, Kakà totalizza 129 presenza e 47 gol.
Kakà è un centrocampista abile e veloce, con ottima visione di gioco. Soprattutto, usa entrambi i piedi con pari facilità e ciò gli permette di trasformarsi in un perfetto assistman per i compagni. La sua posizione originale, in cui rende maggiormente, è quella di trequartista, ma può benissimo essere schierato a centrocampo come interno o regista e servire anche da seconda punta o esterno. Per le sue doti e il suo stile, Ricardo è stato paragonato da Ancelotti all’ex stella juventina Michel Platini.

Nel 2003 viene acquistato dal Milan, che fa il vero e proprio affare dell’anno. Kakà vincerà praticamente tutto coi rossoneri: uno scudetto, due Supercoppe europee, una Supercoppa italiana, una Champions League e una Coppa del mondo per club. A livello personale ha invece raggiunto le 95 reti in 270 gare disputate. Il suo anno migliore è stato senza alcun dubbio il 2007: capocannoniere della Champions League con 10 gol, FIFA World Player, precedendo Messi e Cristiano Ronaldo e Pallone d’Oro 2007 battendo gli stessi Ronaldo e Messi. Spesso gli è stato domandato: “A chi dedicheresti questo successo?” e cosi lui ha risposto: “Potrei banalmente dire alla mia famiglia, a mia moglie; invece dico che questo premio lo dedico ad ogni singolo tifoso, ad ogni singola persona che ha contribuito in questi anni a farmi sentire grande, un bravo calciatore. Ad ognuno di loro va un pezzo del mio Pallone d’Oro e un grazie”.

Durante l’ultima stagione in rossonero, nel 2008, Kakà ha realizzato 16 reti su 36 presenze ed è stato inserito dal TIME nella classifica delle “100 persone più influenti dell’anno”. “Sono felice che molte persone abbiano una grande stima di me, ma penso che ognuno di noi abbia qualcosa di speciale in sé stesso. Tutti mi trovano speciale perché sono in una squadra fantastica dove posso giocare e farmi notare”, questi i suoi commenti alle innumerevoli vittorie raggiunte. Eppure, questa “squadra fantastica” Kakà era destinato a lasciarla: nell’estate del 2009 viene infatti acquistato dal Real Madrid per la cifra di 62 milioni di euro, nel pacchetto di acquisti che includeva anche un certo Cristiano Ronaldo, prelevato invece per ben 94 milioni dal Manchester United.
Infelice è la storia di Ricky a Madrid: comincia con grandi aspettative, poi gioca sempre meno, finendo spesso in panchina e talvolta addirittura in tribuna. Appena 29 gol in altrettante poche presenze (120) considerando il suo calibro e i gli anni di permanenza nella capitale spagnola (4).

Ma adesso Kakà è pronto a ripartire, proprio lì dove tutto è cominciato, al Milan. “Sono molto felice, il Milan mi darà il mondiale”, ecco le sue prime parole. Un in bocca al lupo, quindi, al campione ritrovato.

(di Jacopo Burgio)

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