Alla luce del trionfo del
Bayern Monaco in Champions League, non si potrebbe non introdurre un discorso
su come è cambiato il calcio in questi ultimi due anni e su come, a parer mio,
si stia realmente chiudendo un ciclo vincente a cui ci eravamo ormai abituati
un po' tutti, quello del Barcelona. Non si tratta solo del cambio di
allenatore, che non ha in realtà influito più di tanto: già l'anno scorso il
Barca si era dimostrato non più brillante come gli anni precedenti e questa
stagione ha ulteriormente confermato tale sensazione, nonostante la conquista
della Liga. La prima spia, a parer mio, di questo calo si deve niente poco di
meno che al record di gol raggiunto da Messi: 91 in una sola stagione. Fino ad
allora infatti Messi aveva comunque conquistato meritatamente il Pallone d'Oro,
pur non raggiungendo questo traguardo: ciò perché l'argentino era pienamente
inserito negli schemi della sua squadra ed era in sintonia con l'intero gruppo,
che lavorava armoniosamente. In seguito alla crisi del Barca, che forse aveva
(e ha tutt'ora) bisogno di rinnovamento, Messi si è forse ritrovato fin troppo
“isolato” negli schemi che avevano contraddistinto i blaugrana. Possiamo quindi
dire che la crisi del Barça, per quanto la si possa chiamare “crisi”, sia
diventata anche un vantaggio per un giocatore come Messi, che con il suo quarto
Pallone d’Oro, per me diventa il più forte di tutti i tempi. La parola chiave,
dunque, è rinnovamento: al posto del Barça si sono fatte avanti squadre più
organizzate, sia sul campo che dal punto di vista societario. Le squadre
tedesche rispecchiano al meglio questo panorama: stadi pieni, squadra compatta
e vincente, vivai promettenti, non che questo sia di gran lunga inferiore nel
calcio spagnolo. Il Bayern Monaco è una squadra tipicamente
"tedesca", che si fonda sul prevalere della fisicità e quindi su
un’ottima difesa, e sulle verticalizzazioni degli esterni, in questo caso
Ribery e Robben. Il Borussia Dortmund, altra finalista di Champions e altra
tedesca, è invece una squadra più giovane, che ha lanciato tanti talenti, facendoli
finire proprio in casa dei rivali (Gotze e forse Lewandowski). Il modulo non
cambia, 4-2-3-1, è questo sta, appunto, a riconfermare la nostra teoria. Il
calcio moderno è quindi maggiormente rappresentato da queste due squadre,
soprattutto sul campo. Abbiamo infatti anche società divenute importanti grazie
si capitali forniti da sceicchi e russi (come già aveva scritto precedentemente
in questo blog anche Alessandro Triolo), che hanno deciso di puntare sul mondo
del calcio: PSG, Manchester City, Chelsea, Galatasaray, Anzhi e adesso anche il
Monaco. Queste squadre sono infatti il risultato delle aste accanite che si
stanno scatenando nelle recenti sessioni di mercato, in cui si è assistito ad
uno sperpero quasi immorale di fronte all'incombente crisi economica. Si deve
anche dire che questo fenomeno è stato a discapito del campionato soprattutto
italiano, dimostratosi succube e ovviamente disposto a guadagnare capitali
importanti: se ne sono così andati i giocatori del calibro di Ibrahimovic,
Snejider, T. Silva, Verratti, Borini, Eto’o etc...
Attualmente, dunque, è questo quello che si
presenta agli occhi di chi vuole interessarsi dei fenomeni del calcio.
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