Quest’anno, come abbiamo visto negli articoli precedenti,
abbiamo assistito ad un periodo di rinnovamento, caratterizzato anche da ritiri
importanti, fra tutti quelli di Sir Alex Ferguson, David Beckham e Paul Scholes,
stelle storiche del calcio inglese e del Manchester United, l’uno come
allenatore, gli altri due come giocatori.
In carica dal 1987,
Alexander Chapman Ferguson ha guidato i Red Devils per 26 anni; non si può che
definire una leggenda, non solo per i suoi innumerevoli successi che hanno
portato lo United sul tetto del mondo, ma anche per la grande professionalità
con cui ha gestito la squadra per un periodo così prolungato, durante il quale
il calcio ha subito profondi mutamenti. Nonostante questi, Ferguson è stato
capace di proporre continue innovazioni, in opposizione al tipico
conservatorismo inglese, che, appunto, lo ha lasciato sulla stessa panchina per
più di un ventennio.
Nella bacheca di
Sir Alex si contano 13 campionati, 5 F.A. Cup, 4 Coppe di Lega, 10 Community
Shield, 2 Champions League, 2 Coppe delle Coppe, 1 Supercoppa Uefa e 2
Intercontinentali, con il ricordo in particolare del “Treble”, o “Triplete”, nel
1999.
Ferguson, oltre ad
aver fatto la storia dello United, ha anche fatto quella del calcio in
generale: nel Febbraio 2012 viene eletto dalla IFFHS miglior allenatore del XXI
secolo.
Tra i grandi meriti
di Sir Alex, c’è anche quello di aver lanciato campioni internazionali, che
talvolta hanno continuato a fare la storia del club dove sono cresciuti, mentre
alcune volte sono sbarcati altrove per raggiungere nuovi traguardi. Nel primo
caso, emblematico è l’esempio di Ryan Giggs, il pupillo di Ferguson, voluto
personalmente dall’allenatore ad appena 16 anni, nel 1990; dovremmo anche
ricordare Paul Scholes, altro simbolo dei Red Devils, che, dopo aver annunciato
il ritiro nel 2011, è stato spinto da Sir Alex a continuare, tanto che nel 2012
tornò a giocare, anche con continuità. Il 12 maggio 2013, pochi giorni prima
dell’annuncio di Sir Alex, Scholes annuncia il definitivo ritiro dal calcio
giocato. Nel secondo caso, tra i molti
ricordiamo Ruud Van Nistelrooy, Cristiano Ronaldo e David Beckham, accomunati
dal fatto di essere poi stati trasferiti al Real Madrid, ovviamente in tempi
diversi. Van Nistelrooy ha chiuso il 14 maggio 2012, dopo aver disputato
l’ultima sua stagione ad alti livelli con il Malaga, nella Liga. Il secondo è
ancora nel vivo della sua carriera, in lista per ricevere il Pallone d’Oro, già
conquistato nel 2008 e negatogli gli anni successivi per la sovrastante
presenza di Lionel Messi.
Beckham ha invece
annunciato il suo ritiro alla vigilia dell’ultima partita di Ligue 1, con il
Paris Saint-Germain, squadra in cui ha giocato gli ultimi 5 mesi di carriera, devolvendo
il suo stipendio interamente in beneficenza.
“Becks” ha
raggiunto il successo soprattutto, potremmo dire, all’immagine: Beckham non è
solo un icona del calcio inglese, ma anche del marketing; inserito dal TIME nel
“TIME100 Heroes&Icons” nel 2004 e
quinto nella lista delle celebrità più influenti stilata da Forbes nel 2008.
Tuttavia, è stato un indiscusso campione, arrivato secondo nella classifica del
Pallone d’Oro nel 1999 e del FIFA World Player nel 1999 e 2001. Beckham ha
militato per 12 anni nel club di Sir Alex, vincendo 6 campionati, 2 Coppe
d'Inghilterra, 2 Charity Shield, una Champions League e una Coppa
Intercontinentale. Di lui, in veste di giocatore e non di divo, si
ricordano le magnifiche punizioni, i cross perfetti, un ottimo tiro e una
grande visione di gioco, che lo rendono uno dei migliori centrocampisti della
storia del calcio inglese.
Se, dunque, abbiamo potuto ammirare, o ammiriamo tutt’ora,
campioni come Cantona, Giggs, Scholes, Beckham, C. Ronaldo, Van Der Sar,
Rooney, tanto per citare alcuni fra i più importanti, è anche, e soprattutto,
merito di Sir Alex Ferguson e della sua magnifica storia, quasi trentennale,
con il Manchester United.
Ferguson con alcuni "suoi" giocatori: Giggs, Stam, Beckham, Neville, Scholes |
(di Jacopo Burgio)
0 commenti:
Posta un commento