Zdenek Zeman nella letteratura: da Narciso a Zarathustra

Anarchico, visionario e talvolta incompreso: Zdenek Zeman in un insolito ed equivoco confronto tra letteratura e musica.

'

Fari su Nicosia: AEK Larnaca - APOEL

Inauguriamo la nostra rubrica a cura del nuovo membro della redazione Mirko Giacoppo, che si occuperà dei resoconti delle partite di APOEL Nicosia, Copenaghen e Everton.

Comunicato dalla redazione

La redazione de Lo Stretto del Calcio presenta la nuova struttura del blog e il format applicato per la nuova stagione.

Fari su Copenaghen: Odense-Copenaghen

Il resoconto del match Odense-Copenaghen, conclusosi con la vittoria degli ospiti per 1 a 0

Fari su Liverpool: Everton-Chelsea

L'appassionato resoconto della pirotecnica vittoria del Chelsea sui Toffees per 6 a 3

domenica 7 settembre 2014

Fari su Liverpool: Everton-Chelsea

30 agosto 2014, partita scoppiettante al Goodison Park: Everton-Chelsea 3-6.  La squadra di Roberto Martìnez, allenatore dell’Everton, schiera un 4-2-3-1 in cui tra i pali vi è Tim Howard, il portiere statunitense che ha militato anche nel Manchester United dal 2003 al 2006, vantando 45 presenza con i Red Devils, allora allenati da Sir Alex Ferguson. In difesa: Baines, Distin, Jagielka, Coleman; a centrocampo: McCarthy e Barry, i tre che aggirano alla punta centrale sono: McGeady, Mirallas, Naismith davanti all’unica Romelu Lukaku, scartato da Josè Mourinho con l’arrivo di Didier Drogba. Stesso schema schierato dallo Special One, con Courtois in porta, difesa con Ivanovic, Cahill, Terry, Azpilicueta; a centrocampo Matic, Ramires, i tre esterni sono Willian, Hazard e Fabregas che supportano l’unica punta Diego Costa, ex attaccante dell’Atletico Madrid che nella scorsa stagione ha siglato 27 reti, dietro solo a Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. Panchina Everton: Eto’o, Besic, Robles, Gibson, Osman, Stones, Alcaraz. Panchina Chelsea: Obi Mikel, Filipe Luis, Drogba, Cech, Zouma, Schürrle, Mohammed Salah.


Il Chelsea fa vedere subito di che pasta è fatta. Dopo ’36 secondi, percussione di Cesc Fabregas che lancia difatti Diego Costa, il quale con un tiro chirurgico beffa l’estremo difensore Tim Howard. Gol del Chelsea: 0-1. Al ‘3 è ancora gol del Chelsea: azione partita dalla sinistra con Diego Costa, questi la passa al centro a Ramires che a sua volta, vedendo due avversari che stavano avanzando, smista il pallone nella direzione di Ivanovic che si trova a tu per tu con Tim Howard e lo fredda con un tiro secco. Everton-Chelsea 0-2. Il primo tempo si conclude così.


Il secondo tempo si apre con alcune conclusioni da fuori da parte di Kevin Mirallas (Everton) e alcuni kick off di Cesc Fabregas. Arrivano le prime ammonizioni per il Chelsea: Diego Costa al ’56 e Ramires al ’64. Al ’67 progressione di Eden Hazard sulla destra, il tiro viene intercettato da Coleman, il quale trafigge il suo stesso portiere. E’ 1-3 per i Blues, autogol di Seamus Coleman. Al ’68 azione fotocopia di Hazard, il quale fa gol ma il gioco era fermo, si accende una minirissa con il portiere dell’Everton Tim Howard protagonista in negativo, questi prende a spintonate alcuni giocatori della squadra avversaria beccandosi difatti l’ammonizione. Cartellino giallo per Howard, estratto dall’arbitro Jonathan Moss. Al ’69 arriva il gol che può rimettere in piedi la partita per gli uomini di Roberto Martìnez, serpentina di Aiden McGeady, assist per Stephen Naismith che con un tiro secco in diagonale trafigge il portiere del Chelsea Thibaut Courtois. Everton-Chelsea 2-3. Al ’70 esce Aiden McGeady per l’Everton ed entra l’ex calciatore del Chelsea Samuel Eto’o. Al ’74 Ramires sulla corsia di sinistra fa quello che vuole, passa un pallone morbidissimo al compagno Matic, il quale con una finta si libera dell’avversario ed è gol, 2-4.  Al ’75 sostituzione tra le fila del Chelsea: esce Willian ed entra John Obi Mikel. Due minuti più tardi, ancora un altro gol. Calcio di punizione battuto da Aiden McGeady, dalla lunghissima distanza, spizza di testa Samuel Eto’o che segna il più classico dei gol dell’ex. Everton-Chelsea 3-4. Mancano solo 15 minuti al termine della gara, l’Everton vuole crederci. Riuscirà nella “remuntada”? Al ’77 un altro gol, messo a segno da Ramires, dopo uno scambio stretto tra Diego Costa e Matic. Quest’ultimo passa rapidamente la palla al brasiliano per siglare il 3-5 per i Blues. All ’81 ammonizione per Cesc Fabregas, intervento da dietro ai danni di Lukaku, sanzionato giustamente dal direttore di gara. Al ’83 un cambio scelto da Josè Mourinho: esce Eden Hazard ed entra Filipe. Al ’89 nuova sostituzione per il Chelsea: entra Didier Drogba ed esce con una standing ovation Cesc Fabregas, mentre per l’Everton esce Romelu Lukaku, partita un po’ scialba la sua, ed entra Besic. Al ’90 appena scoccato, il neo entrato Besic dell’Everton combina una sciocchezza madornale, colpo di tacco all’indietro, sbuca John Obi Mikel, che fa un’azione da manuale percorrendo circa 20 metri in solitaria e, consapevole dell’arrivo di un avversario, decide di tacco di servire il pallone a Diego Costa, questi con un doppio passo si dribbla il difensore Sylvain Distin  ed infila il pallone tra le gambe del portiere malcapitato Tim Howard. Per Diego Costa si tratta del quarto gol in 3 partite. Fine del secondo tempo.


Everton-Chelsea 3-6 (Reti di Diego Costa ‘1 e ’90, Ivanovic ‘3 (C) , Mirallas ’45 (E), autogol Coleman ’67 (E) , Naismith ‘69 (E), Matic ’74 (C), Eto’o ’76 (E) e Ramires ’77  (C).

                                

(di Mirko Giacoppo)

giovedì 4 settembre 2014

Comunicato dalla redazione




Come si è già potuto notare, la redazione si sta ultimamente impegnando per apportare delle modifiche a questo blog, al fine di renderlo più ricco di notizie che siano, soprattutto, interessanti e dettagliate, talvolta anche particolari e insolite. In vista della nuova stagione annunciamo innanzitutto un’espansione della sezione redattori, come si è già visto con i recenti articoli che portano la firma di Mirko Giacoppo, uno dei nostri nuovi scrittori, che, come già anticipato, sarà l’autore di una rubrica dedicata ai match reports di squadre come APOEL Nicosia, Copenaghen ed Everton. Siamo speranzosi e intenzionati ad offrirvi, oltre a quest’ultima novità, tanti altri cambiamenti che permettano di rendere migliore e alla vostra portata il nostro angolo di calcio, a partire da qualcosa di semplice ma gradevole come il cambio di look attuato proprio nella giornata di oggi, che ci auguriamo vi sia graidto. 

(A breve, i problemi e le mancanze ancora presenti nell'interfaccia del blog verranno rimossi o risolti) 

La redazione (Jacopo Burgio, Alessandro Triolo)

Zdenek Zeman nella letteratura: da Narciso a Zarathustra


 

Anarchico, visionario e talvolta incompreso: Zdenek Zeman in un insolito ed equivoco confronto tra letteratura e musica. 

 

Partendo da un'immensa opera di Nietzsche, dunque, vi si può ricavare il personaggio di Zarathustra, che forzatamente potremmo ricollegare all'eccentrico monito del boemo che, relativamente al modesto e infimo ambito nel quale opera, è sempre stato distrattamente ignorato dai più. Tanti sono gli elementi polemici che caratterizzano il pensiero di Zarathustra, che si potrebbero erroneamente definire nichilisti, così come in Zeman si è da sempre avvertita la forte determinazione nel mostrare polemicamente il proprio dissenso nei confronti della sempre più divagante decadenza del sistema in cui è ormai costretto a gravitare.
Così, tra tante parole spese, tra la troppo o poca importanza conferitagli, siamo giunti vent'anni dopo ad una figura stilizzata di ciò che Zdenek Zeman avrebbe potuto rappresentare per quella parte di "popolino", ancora sorda, bendata ed intrattenuta da meri interessi ludici. E, intanto, più si confrontava contro ciò che riteneva aberrante, più i suoi azzardati moniti venivano utilizzati a scopo di lucro. 
Per questo ha sempre dovuto ricorrere ad un fondamentale, a quello più modesto. Quello per cui egli è destinato e che può utilizzare come mezzo, qual è il gioco del calcio. Zeman, come nella musica fecero i Sex Pistols, ha tratto dalle sue idee e dal suo modo di vedere e pensare un unicum straordinariamente rivoluzionario e folgorante. Il suo calcio offensivo, rapido e intriso di un eccellente estro tecnico e tattico, rimane negli annali dei nostri almanacchi sportivi, facendo sognare i nostalgici ed affascinare i fiduciosi controcorrente. Pure per questo Zeman è rimasto una pietra miliare, nonostante i risultati. E pure per questo Zeman non ha mai ricevuto ciò che gli spetta. Il suo eccessivo statismo nei confronti del sistema in cui opera e nella sua concreta applicazione potrebbero inverosimilmente rappresentare l'affascinante figura di Narciso. Morto a causa della morbosa adulazione di sé stesso, con il mito del giovane Narciso potremmo sforzarci e rappresentare in un simile contesto l'operato del tecnico boemo, tanto abbagliato dai fasti delle sue pirotecniche visioni da ricaderne, miserabilmente sconfitto, in esse.
Cacciato da Roma come il terzo dei fratelli Gracchi, l'epilogo di Zeman nella capitale ha rappresentato concretamente la sua condizione di eterno Narciso, ignorato o sfruttato dai tanti, come quel Zarathustra con il quale è sorto un improbabile, azzardato e superbo confronto.   

(di Alessandro Triolo)

mercoledì 3 settembre 2014

Fari su Copenaghen: Odense-Copenaghen

31 agosto 2014, dallo stadio TRE-FOR Park: Ob Odense-Fc Copenhagen. La squadra di casa allenata da Troels Bech schiera un 3-4-3 con Toppel tra i pali, difesa formata da Larsen, Nielsen e Hoegh; a centrocampo Kirkeskov, Busuladzic, Skulason e Kryger, in attacco il trio Larsen-Mikkelsen-Spelmann. La squadra ospite, allenata da Stale Solbakken, è reduce dall’eliminazione in Champions League contro il Bayer Leverkusen (2-3 al Parken Stadium e 4-0 alla Bay Arena). Il tecnico Solbakken vuole una reazione della sua squadra e così schiera in campo i giocatori migliori adottando un 4-4-2 solidissimo. Andersen in porta, al posto del veterano n.21 Wiland escluso per scelta tecnica, in difesa Hogli, Nilsson, Bengtsson ed Antonsson, vecchia conoscenza della nostra Serie A, militando nel Bologna dal 2011 al 2014 con 79 presenze all’attivo e 0 reti. A centrocampo Amankwaa, Amartey, Delaney, Gislason; in attacco la coppia Cornelius-Kadrii. Dirige l’arbitro Jens Maae. Panchina Ob Odense: Bodul, Desler, Diarra, Dvalishvili, Greve, Ousager, Schoop. Panchina Fc Copenhagen: Claudemir, De Ridder, Felfel, Olsen, Pourie, Toutouh, Wiland.

Partita un po’ bloccata per entrambe le squadre. La prima vera occasione è del Copenhagen al minuto ’20, cross dalla destra di Cornelius e il compagno di reparto Kadrii con un colpo di testa, manda il pallone fuori fallendo difatti, il gol del vantaggio. Al ’28 palla gol incredibile per l’Ob Odense: cross dalla sinistra di Kryger e colpo di testa di Mikkelsen, ma il pallone s’infrange sulla traversa. L’arbitro segnala 2 minuti di recupero. Al ’47, a tempo quasi scaduto, arriva il gol del Copenhagen: su un cross dalla sinistra di Delaney e un rilancio maldestro del difensore dell’Ob Odense Larsen, l’attaccante del Copenhagen Kadrii porta in vantaggio la squadra di Stale Solbakken con un destro chirurgico che finisce nel palo più lontano.  Per Kadrii si tratta del primo gol stagionale. Fine primo tempo.

Secondo tempo. Cominciano le prime sostituzioni, al ’57 esce Gislason ed entra Toutouh sulle file del Copenhagen, mentre per l’Ob Odense esce Busuladzic ed entra Desler. Al ’58 una nuova occasione per il Copenhagen un cross dalla sinistra di Bengtsson, spizza di testa Cornelius mettendo in crisi l’estremo difensore Toppel che al ’63 è costretto ad uscire dal campo per un problema alla spalla, si teme una lussazione. Così il tecnico Bech, decide di far entrare Ousager al posto dell’infortunato Toppel. Al ’70 sostituzione per l’Ob Odense esce Larsen, dopo una partita pessima, ed entra il georgiano Dvalishvili. Al ’71 ammonizione per Heogh (Ob Odense) per fallo di ostruzione ai danni di Amankwaa. Al ’79 sostituzione per il Copenhagen: esce l’autore del gol Kadrii per dar spazio al belga De Ridder. Al ’80 occasione per l’Ob Odense con il neo-entrato Dvalishvili che con una percussione solitaria mette i brividi al portiere del Copenhagen Andersen, ma il tiro non sortisce effetti. Al ’83 ultima sostituzione per il Copenhagen esce lo sfortunato De Ridder, entrato 4 minuti prima, per infortunio ed entra il brasiliano Claudemir. Al ’90 ammonizione per Cornelius (Copenhagen). Il quarto uomo segnala 6 minuti di recupero a causa dei minuti persi per l’infortunio di De Ridder. Fine secondo tempo.

Ob Odense – Fc Copenhagen 0-1 (rete di Kadrii al 47’).


(di Mirko Giacoppo)

martedì 2 settembre 2014

Fari su Nicosia: AEK Larnaca - APOEL

Inauguriamo la nostra rubrica a cura del nuovo membro della redazione Mirko Giacoppo, che si occuperà dei resoconti delle partite di APOEL Nicosia, Copenaghen e Everton. 

31 agosto 2014, dallo stadio Dimitris Chrysostomou va in scena Aek Larnaca - Apoel Nicosia. L'allenatore della squadra di casa Tomas Christiansen schiera un 4-4-2 con Negri in porta, in difesa Murillo, Charalambous, Català, Mertekkas, a centrocampo Englezou, Boljevic, Skopelitis, Kyprianou; la coppia d'attacco è formata da Tamas e Colautti, vecchia conoscenza del calcio tedesco, in quanto dal 2007 al 2010 ha militato nel Borussia Moenchengladbach siglando 9 reti in 45 presenze.           

L’allenatore della squadra ospite, Giorgios Dinos, reduce dalla qualificazione alla fase a gironi di Champions League 2014/2015, ha sconfitto i danesi dell’Aalborg davanti ai propri tifosi con un secco 4-0 (reti di Oliveira al ’29, De Vincenti al ’44, Aloneftis al ’64 e Sheridan al ’75) con Urko Pardo, portiere della squadra cipriota, protagonista con l’assist per il gol dell’irlandese Sheridan. L’Apoel si presenta con un 4-4-2: Urko Pardo tra i pali; difesa con Mario Sergio, Joao Guilherme, Antoniades e Papazoglou; a centrocampo Nuno Morais, Aloneftis, Tiago Gomes e Vinicius; in attacco De Vincenti e Sheridan.  Panchina Aek Larnaca:  Froxilias, Kourtis, Larena, Magkouris,  Martìnez, Massana, Mitidis, Mytidis, Pavlou. Panchina Apoel: Adorno, Alexandrou, Artymatas, Charambidis, Efrem, Ioannou, Kaka, Montis, Gustavo Manduca, Sotiriou.
La squadra di casa, reduce dal 2-5 in trasferta contro l’Apollon Limassol, sembra partire con il piede giusto. Al ‘9 Tamas fa una serpentina, dribblandosi difatti due difensori dell’Apoel, si trova a tu per tu con il portiere avversario, ma incredibilmente sbaglia: occasione gol fallita. Al ’23 una punizione dai 25 metri, la batte lo specialista Boljevic ma il tiro si scaglia contro il muro dell’APOEL. Ammonizione per Oliveira (APOEL) al ’29. Al ’31 calcio d’angolo in favore dell’APOEL, De Vincenti si prepara alla battuta, colpo di testa di Aloneftis, ma il pallone va fuori abbondantemente. Al ’37 viene segnalato un offside per la squadra di Christiansen, Colautti si trova in posizione irregolare. L’arbitro non concede il recupero, fine primo tempo.
Il secondo tempo si apre con una sostituzione da parte dell’APOEL, entra Alexandrou, esce Antoniades al ’55, due minuti più tardi doppia sostituzione rispettivamente per le due squadre. Per l’AEK Larnaca entra Pavlou ed esce Englezou, mentre per l’APOEL esce uno scarico Nuno Morais ed entra Gustavo Manduca. Il brasiliano risulterà decisivo per le sorti della gara. Al ’58 Manduca con un tiro a giro manda in visibilio i tifosi della squadra allenata da Dinos: Gol APOEL! Al ’63 Colautti (AEK) si becca l’ammonizione per un’entrata da dietro alquanto inutile, situata vicino al cerchio di centrocampo. Al ’64 una nuova sostituzione per l’AEK: entra J.Martìnez ed esce Kyprianou. Al ’67 ammonizione per Alexandrou (APOEL) per aver toccato con la mano il pallone, durante un’azione offensiva dell’AEK. Al ’71 sostituzione per l’APOEL: entra Kaka ed esce l’evanescente Aloneftis. Due minuti dopo, entra lo spagnolo Larena per l’AEK ed esce Skopelitis. Al ’74 ammonizione per l’attaccante dell’AEK J.Tamas, il quale entra a gamba tesa in modo pericoloso, viene graziato dall’arbitro L.Trattou. Al ’83 azione corale dell’APOEL, De Vincenti-Sheridan, ma il tiro dell’argentino De Vincenti risulterà velleitario. Al ’88 l’AEK cerca il gol con Català, ma il tiro non va. L’arbitro ha segnato 2 minuti di recupero. Al ’90 i due spagnoli dell’AEK Murillo e Català si fanno ammonire ingenuamente, il primo per un intervento inutile, ed il secondo un minuto più tardi stende Manduca prima degli 11 metri, rischiando difatti il calcio di rigore. Al ’92 Gustavo Manduca si appresta a tirare il calcio di punizione, infila il portiere ed è gol. Una punizione battuta in maniera magistrale dal brasiliano. Una parabola imprendibile! Gran gol.


Cala il sipario sullo stadio Dimitris Chrysostomou: AEK Larnaca – APOEL 0-2. (Reti di Manduca al ’58 e ’92).



(di Mirko Giacoppo)