domenica 13 ottobre 2013

Appello Allegri, il calcio è davvero un esempio?

Sebbene la sua panchina al Milan sia attualmente traballante, a mio parere ingiustamente, ci soffermiamo ora su Massimiliano Allegri riguardo un tema molto importante relativo al mondo del pallone e che coinvolge direttamente i giovani di oggi. Il tecnico rossonero infatti, intervenuto recentemente al quindicesimo congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, ha dichiarato: “I giocatori di calcio sono degli esempi pubblici. I ragazzini li vedono in televisione, osservano i loro comportamenti e quindi i calciatori devono capire che hanno addosso delle responsabilità, magari eccessive rispetto all’età, perché anche loro sono giovani, ma le cose stanno cosi e quindi devono comportarsi di conseguenza, dando il buono esempio. Basta con creste e orecchini e soprattutto basta con il fumo”. Quello di Allegri è un appello importante, perché l’ammirazione di tifosi e appassionati in generale verso i calciatori è tale da far diventare questi ultimi un vero e proprio modello, cosa che ha sì un risvolto positivo, ma purtroppo principalmente negativo. Al di là del look che questi sfoggiano, sentendosi chiaramente “giustificati” dalla loro notorietà e dalla voglia di farsi notare (l’esuberante cresta di Stephan El Shaarawy è primo fra tutti gli esempi), alcuni comportamenti possono essere imitati in modo decisamente poco conveniente. Emblematiche le bravate di Mario Balotelli, idolo nazionale in Italia e non solo; recentemente abbiamo anche sentito Arsene Wenger, coach dell’Arsenal, rimproverare a gran voce il suo giocatore Jack Wilshere, centrocampista dei Gunners, colpevole di essersi fatto notaere fuori da un locale mentre fumava; infine, come l’ha definito Jorgensen pochi giorni fa, il “Balotelli di Danimarca” Nicklas Bendtner, il quale, nonostante stesse vivendo la disastrosa esperienza alla Juventus, si è fatto quasi arrestare lo scorso Febbraio dalla polizia danese, che lo ha sorpreso mentre guidava contromano in stato di ebbrezza nel centro di Copenaghen. Insomma, pur ammirandoli sul campo, sappiamo tutti di che pasta sono fatti i calciatori al giorno d’oggi, fra lusso e scandali, ma l’importante è che ciò non si insinui nella mente dei ragazzi come modus agendi esemplare.

(di Jacopo Burgio)

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