mercoledì 23 ottobre 2013

Il catenaccio, quando criticarlo è un'eresia

"Il catenaccio fu fatto a Sansepolcro...non da Mussolini.
È un idea, una rivoluzionaria idea. Un sentimento romantico che ti aiuta a buttare via il pallone fin sù al Don Orione. Dove gli alberi lo accoglieranno.
Una difesa compatta, unita, che non molla. Da calci e spazza. I terzini bloccati, la punta a centrocampo, 2 bei mediani, senza mai salire, un muro umano a difesa del bolscevico di turno. Con la croce sul petto a difesa di un ideale. Le lancette sul cronometro, il movimento automatico che fa scorrere il tempo piu veloce, le rimesse dal fondo accolte come gol. I rinvii del portiere più lontani possibile, le marcature a uomo fino a centrocampo, e poi di nuovo di corsa giù in trincea."

Il gioco del catenaccio è uno tra i sistemi di gioco più conosciuti in Italia e nel mondo. Già dagli anni '60, con il Milan di Nereo Rocco e l'Inter di Helenio Herrera, come per il Chelsea di Di Matteo, campione d'Europa nel 2012, il catenaccio è stato utilizzato con successo. 
Dunque, nonostante un'efficacia che sembra esseri perpetuata, il gioco del catenaccio è ormai sempre più in disuso. Fra i più celebri, si ricordano comunque l'Italia del 2006, campione del Mondo, anche se in questo caso è meglio parlare più di un utilizzo della tattica del contropiede, della Grecia campione d'Europa nel 2004, dell'Inter del 2010, che nella semifinale di ritorno contro il Barcellona al Camp Nou ha messo in pratica un catenaccio perfetto, tanto da riuscire a difendere il risultato a favore dell'andata, nonostante fossero contro una delle migliori squadre in 10 uomini; da non tralasciare il Chelsea campione d'Europa nel 2012, ricordato per il suo catenaccio nei due turni di semifinale contro il Barcellona e, in parte, in finale contro il Bayern. Ricordo, inoltre, anche il recente esempio del catenaccio del Milan, adottato nella sfida della scorsa stagione contro i blaugrana, riuscendo a vincere per 2 a 0. Come già detto in precedenza, dunque, nonostante la sua efficacia, il catenaccio non solo è sempre più in disuso, ma anche è sempre più criticato e sminuito. Viene definito quasi come l' "anti-calcio", come un sistema vecchio e ormai anacronistico rispetto ai ritmi e agli schemi di gioco del calcio moderno, o come una tattica utilizzata da una squadra a causa della sua inferiorità tecnico tattica rispetto all'avversaria, buona solo per squadre prive di un "bel gioco". Questi i pareri di molti, che non possono essere sicuramente giudicati come obiettivamente giusti. D'altronde, io stesso considero il catenaccio, come un sistema tanto valido ed efficace quanto gli altri più moderni. L'importanza della sua efficacia, se utilizzato correttamente, può far "godere" di un bel calcio tanto quanto un gioco più divertente ed offensivo. Specie in Italia, ritengo ingiusto e insensato accusare l'uso del catenaccio, dopo che proprio questo, con il famoso "catenaccio all'italiana", è stato d'esempio per tutti. E se i tempi sono cambiati poco importa, se un fautore di questo modulo come Lippi, o come lo storico Nereo Rocco, può valere quanto un ideatore di bel calcio come Cruijff o Guardiola. Perché se il calcio è anche "romanticismo", il catenaccio è l'esaltazione di ciò, a discapito di ogni critica e parere, ricordando anche che la storia del nostro calcio non lo merita.

(di Alessandro Triolo)




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