Vi abbiamo precedentemente parlato della possibilità che l'Inter passasse in mani straniere; ieri è arrivata l'ufficialità: il club di Milano è per il 70% del magnate indonesiano Erick Thohir.
Erick Thohir ha
ufficialmente acquistato la società F.C. Internazionale Milano; la sua avventura
è appena iniziata e non possiamo dare ancora dei giudizi sul suo operato da
presidente, ma speriamo comunque che possa far bene, cominciando dal non far pentire i tifosi.
C'è da dire che gli anni in cui la famiglia Moratti è stata a capo dell'Inter non
ha mai deluso gli appassionati, vincendo trofei di varia importanza,
disponendo sempre di giocatori di altissima qualità e soprattutto vantandosi di essere
l'unica squadra a non essere mai stata in Serie B. Fatto sta che gli anni di
presidenza di Massimo Moratti sono stati indimenticabili, sia per l'ormai ex
presidente, sia per tutti i tifosi neroazzurri. Di tutti i moltissimi titoli
vinti nel corso di queste stagioni, l'annata più prolifica dell'Inter targata
Moratti fu il 2010, con Josè Mourinho allenatore, quando la squadra centrò il
traguardo del noto Triplete, non
altro che la conquista di scudetto (ultimo dopo una lunga serie di cinque
consecutivi), Coppa Italia e Champions League (la seconda nella storia del club).
Tornando al nuovo
presidente, Erick Thohir (a cui in ogni caso i tifosi nerazzurri preferivano
Moratti, per il suo attaccamento alla squadra dimostrato anche dal fatto che ha
tenuto durissimo prima di cedere ufficialmente la sua società e dalle lacrime
versate alla prima intervista dopo la perdita della carica di presidente), ci
sono grandi ambizioni per il futuro, soprattutto perché questo magnate
indonesiano porterà sicuramente più fondi di quanto non avesse già la squadra
per provare a migliorare ancora la rosa e cercare di portare l'Inter nuovamente,
se possibile, ai livelli del Triplete.
Speriamo dunque tutti che il nuovo leader societario non faccia rimpiangere a
tifosi ed appassionati l'eterno Massimo Moratti, che, ne siamo certi, resterà nel cuore di tutti loro.
(di Davide Maggio)
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