lunedì 10 giugno 2013

Inter: quel che è cambiato e quel che cambierà...

Dopo aver vinto tutto, l’Inter ha chiuso il suo ciclo tre anni fa, con un calo di prestazioni sempre più evidente che lo ha portata al recente nono posto in classifica, con conseguente esclusione dall’Europa e accesso ai quarti di Coppa Italia solo dopo i preliminari.
Messi in bacheca tutti i trofei possibili conquistati con Mourinho, Moratti ha affidato il nuovo incarico a Benitez, che, tutto sommato, ha continuato a piccoli passi a portare in alto i neroazzurri, vincendo la finale del Mondiale per Club, ma perdendo anche la Supercoppa Europea con l’Atletico Madrid. Benitez ha evidentemente avuto poco tempo per affermarsi e bisogna altresì considerare la pesante eredità che si era sobbarcato. Ecco che si arriva all’Inter di Leonardo, con cui la squadra esce dalla Champions contro lo Shalke, fatto che sancisce la fine definitiva del suo ciclo europeo. Ranieri cercò di dare maggiore identità ad una squadra ormai chiaramente disunita, ma con scarsi risultati. La scelta radicale e, a parer mio, più che giustificata, è stata quella di far insediare Stramaccioni. Scelta dettata dalla volontà di voltare pagina e di ripartire dai giovani, primo fra tutti, appunto, l’allenatore. In effetti Stramaccioni è riuscito a dare un po’ di serenità all’ambiente Inter e la fiducia in lui è stata più volte riconfermata dal presidente, almeno per i primi tempi. Proprio Moratti, però, ha deciso qualche settimana fa di esonerarlo. Dopo un inizio più che convincente, con la squadra data per sicura anti-Juve, anche dopo la vittoria per 3-1 sui bianconeri, l’Inter è parsa sempre più fiacca, stremata dagli infortuni; per cui, il giovane romano è stato costretto a usare moduli impresentabili e a schierare giocatori decisamente non adatti alla situazione e alla stessa squadra. 
L’Inter ripartirà da Mazzarri, sicuramente per tornare a vincere: con gli innesti giusti e forse con maggior fortuna, il prossimo anno potranno essere proprio i neroazzurri la sorpresa del campionato, riuscendo anche a frenare una Juventus che si appresta a lottare per la vittoria finale in Champions (probabilmente con un “top player” in più).
L’ex Napoli ripartirà sicuramente dal suo 3-5-1-1, salvo modifiche dettate dalle disponibilità in rosa. Si cercano dunque esterni veloci, che possano fare “il Zuniga” e “il Maggio” della situazione. Su questo fronte i nomi caldi sono quelli di Basta e Kolarov, ma si parla di trattative ancora non perfettamente avviate. In difesa quasi archiviato il capitolo Campagnaro e, come già dalle recenti sessioni di marcato, emerge un interesse per Andreolli. Paulinho è il sogno, ma servono 20 milioni, mentre tra le ufficialità spicca l’argentino scuola Barça Icardi, bomber della Sampdoria di quest’anno, seguito da Botta e Laxalt. Per l’attacco, accostato al club neroazzurro in questi giorni è il nome di Gilardino, che però non trova riscontri ufficiali. Dopo i vari riscatti (recente quello di Gargano) serviranno le adeguate cessioni: Handanovic è conrteggiato dal Barcelona per sostituire Valdés, Guarin ha molte estimatrici all’estero ed è seguito anche dalla Juventus, si parla di una possibile cessione di Cassano. Unica conferma, oltre a quella dei “titolarissimi”, sembra Kovacic, il nuovo 10 dell’Inter, su cui il neoallenatore sembra puntare molto.



(Jacopo Burgio)

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