martedì 2 luglio 2013

Confederation Cup: verdetto finale

Siamo giunti alla fine del torneo che classicamente si svolge l’anno prima del mondiale FIFA e che riunisce tutte le Nazionali vincitrici delle rispettive competizioni di confederazione, cui si aggiungono la vincitrice della precedente coppa del mondo e la squadra ospitante. Quest’anno, in vista del mondiale FIFA che si svolgerà in Brasile, il paese sudamericano ha dunque ospitato questa competizione, che, pur non essendo di primaria importanza se paragonata ad europeo o mondiale, ha creato non pochi problemi al popolo brasiliano. Si sono susseguiti infatti scontri e manifestazioni, tutto in nome di una spesa sconsiderata e superflua che il Brasile ha deciso di sostenere ospitando in successione Confederation Cup, Mondiale e Olimpiadi. 
Al di là delle vicende generate da questa competizione, siamo ormai arrivati all’attesa finale e, bisogna dirlo, si respira una certa sorpresa. Brasile e Spagna si sono affrontate alle 24 (ore italiane) nel grande teatro del Maracanà e il sogno di un possibile triplete spagnolo, con una serie incredibile di vittorie che avrebbero permesso alle furie rosse di mettere in bacheca tutti e tre i trofei nazionali (mondiale, europeo e confederation), senza dimenticare l’europeo del 2008, è scoppiato come una bolla di sapone ad opera della compagine di Scolari, ricca di giocatori talentuosi dotati di classe sopraffina, come Neymar e Oscar, e anche determinanti nei momenti migliori, come il riscoperto centroavanti Fred. I verdeoro hanno cosi conquistato con un netto 3-0 la loro terza Confederations Cup consecutiva, affermandosi come campioni incontrastati in questa competizione.
Nel pomeriggio si è anche disputata la finale per il terzo e quarto posto, in cui Uruguay e Italia si sono battute sorprendentemente fino alla fine, terminando i tempi regolamentari con un parziale di 2-2. Ai rigori, questa volta, dopo la sconfitta con la Spagna, hanno avuto la meglio gli uomini di Cesare Prandelli, che in partita avevano dimostrato nuovamente di saper soffrire (si ricordi la partita con il Giappone) e anche di saper gestire la partita. La vittoria dagli 11 metri è arrivata soprattutto grazie all’ottima prestazione del nostro portiere Gianluigi Buffon, che con le sue 3 parate ha sfatato il “tabù” dei rigori, in quanto era stato criticato più volte dopo i 2 gol arrivati dal dischetto nella fase a girone e quelli contro la Spagna.

(di Jacopo Burgio)

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