Siamo giunti alla fine del torneo che classicamente si
svolge l’anno prima del mondiale FIFA e che riunisce tutte le Nazionali vincitrici
delle rispettive competizioni di confederazione, cui si aggiungono la
vincitrice della precedente coppa del mondo e la squadra ospitante. Quest’anno,
in vista del mondiale FIFA che si svolgerà in Brasile, il paese sudamericano ha
dunque ospitato questa competizione, che, pur non essendo di primaria
importanza se paragonata ad europeo o mondiale, ha creato non pochi problemi al
popolo brasiliano. Si sono susseguiti infatti scontri e manifestazioni, tutto
in nome di una spesa sconsiderata e superflua che il Brasile ha deciso di
sostenere ospitando in successione Confederation Cup, Mondiale e
Olimpiadi.
Al di là delle vicende generate da questa
competizione, siamo ormai arrivati all’attesa finale e, bisogna dirlo, si
respira una certa sorpresa. Brasile e Spagna si sono affrontate alle 24 (ore
italiane) nel grande teatro del Maracanà e il sogno di un possibile triplete
spagnolo, con una serie incredibile di vittorie che avrebbero permesso alle
furie rosse di mettere in bacheca tutti e tre i trofei nazionali (mondiale,
europeo e confederation), senza dimenticare l’europeo del 2008, è scoppiato
come una bolla di sapone ad opera della compagine di Scolari, ricca di
giocatori talentuosi dotati di classe sopraffina, come Neymar e Oscar, e anche
determinanti nei momenti migliori, come il riscoperto centroavanti Fred. I
verdeoro hanno cosi conquistato con un netto 3-0 la loro terza Confederations
Cup consecutiva, affermandosi come campioni incontrastati in questa
competizione.
Nel pomeriggio si è anche disputata la finale per il
terzo e quarto posto, in cui Uruguay e Italia si sono battute sorprendentemente
fino alla fine, terminando i tempi regolamentari con un parziale di 2-2. Ai
rigori, questa volta, dopo la sconfitta con la Spagna, hanno avuto la meglio
gli uomini di Cesare Prandelli, che in partita avevano dimostrato nuovamente di
saper soffrire (si ricordi la partita con il Giappone) e anche di saper gestire
la partita. La vittoria dagli 11 metri è arrivata soprattutto grazie all’ottima
prestazione del nostro portiere Gianluigi Buffon, che con le sue 3 parate ha
sfatato il “tabù” dei rigori, in quanto era stato criticato più volte dopo i 2
gol arrivati dal dischetto nella fase a girone e quelli contro la Spagna.
(di Jacopo Burgio)
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