mercoledì 17 luglio 2013

Lo United del dopo Ferguson: comincia l’era Moyes.

Non sarà certo facile sobbarcarsi l’eredità forse più pesante della storia del calcio, ma essere stati designati proprio dall’allenatore uscente dà una certa tranquillità al lavoro del successore in questione. E’ stato cosi per David Moyes, neo coach dei Red Devils, che, potremmo dire, è stato “nominato” dallo stesso Sir Alex Ferguson mentre si apprestava a calpestare per le sue ultime volte il terreno del theatre of dreams, l’Old Trafford, la sua casa per 26 anni. Moyes, scozzese anch’egli, si è detto onorato di poter iniziare questa avventura, non tanto preoccupato, in quanto sa di avere a disposizione una rosa praticamente completa e già competitiva a livello europeo ed internazionale.
In fin dei conti, Moyes non ha materialmente vinto alcun trofeo nella sua carriera di allenatore, ma certamente sarà stato il carattere proprio della sua persona e anche le idee di gioco cosi vicine alle sue a convincere Sir Alex: nei 12 anni trascorsi alla guida dell’Everton, che, dopo aver salvato dalla retrocessione nel 2003, ha portato in Champions League nel 2005 e in finale di FA Cup nel 2009, Moyes ha dimostrato di saper variare spesso modulo di gioco, con un’attenzione particolare verso il gioco sulle fasce (e quindi le verticalizzazioni degli esterni) e un fraseggio rapido dettato da un regista puro; tattiche che si avvicinano dunque a quelle adottate nei suoi lunghi anni di permanenza a Manchester da Ferguson.
L’era Moyes è iniziata ufficialmente il 13 luglio scorso, quando lo United ha incontrato nello stadio di Bangkok, in Thailandia, una rappresentativa thailandese: risultato finale di 1-0 per i padroni di casa. Dunque non un inizio che si può definire brillante, ma sicuramente c’è da sottolineare il diverso livello di preparazione delle due squadre: sappiamo infatti come verso questo punto dell’anno le squadre europee appaiano sempre affaticate o, per meglio dire, un po’ “sulle gambe”. Per altro, il Manchester è sceso in campo con una formazione puramente sperimentale, in cui spiccano moltissimi giovani. Come infatti riporta il sito Goal.com, Moyes ha dichiarato di essere rimasto molto colpito dalle prestazioni in particolare dei due calciatori esordienti Wilfried Zaha e Adnan Januzaj, l’uno perché “ha dato un passo diverso”, l’altro perché “è stato un vantaggio”. 
La strada è quindi ancora lunga per David Moyes, che sicuramente mirerà a non far rimpiangere Ferguson, pur essendo un’impresa abbastanza ardua da portare a termine, ma già il nuovo allenatore scozzese si mostra, al pari del suo predecessore, un fautore dei giovani.

(di Jacopo Burgio)

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