L'Italia U-21 arrivata seconda all'Europeo |
Purtroppo in questi ultimi anni il campionato italiano, da sempre elogiato come prestigioso e difficile, in cui si misurano veri campioni, sta mettendo a repentaglio la sua ottima fama a causa di uno scarso sfruttamento dei giovani a disposizione, che, si badi, sono tanti e talentuosi. Si comprende meglio, dunque, come siano potuti partire giocatori ormai affermati, come Mario Balotelli, adesso tornato in patria grazie all’investimento (se pur oneroso e non coerente ad un momento di crisi come questo) del Milan, o che si stanno ancora affermando, come Fabio Borini e Marco Verratti.
Bisogna che l’Italia volga a proprio favore la già citata crisi attuale, che rappresenta da un lato un’ottima opportunità per il nostro campionato: invece di investire inutilmente quantità sconsiderate di capitale alla ricerca di campioni oggettivamente non alla portata delle casse delle società italiane (attualmente solo la Juventus può permettersi tale tipo di acquisti), sarebbe utile guardare al futuro, come sta per esempio facendo il Milan: basti pensare a due tasselli inamovibili dell’attuale nazionale come De Sciglio ed El Shaarawy, che poco più di un anno fa giocavano rispettivamente nella primavera rossonera e in Serie B. Poche sono però le squadre che hanno avviato questo “progetto giovani”: abbandonare vecchie bandiere e vecchi senatori e costruire una squadra di giovani, come, appunto, fece il Milan l’anno scorso.
Un’ulteriore conferma del fatto che in Italia le risorse non mancano ma non vengono sfruttate è l’impresa quasi sfiorata dagli azzurrini di Devis Mangia, arrivati in finale contro la solita Spagna all’Europeo Under 21 di quest’anno in Israele. La maggior parte dei giovani allenati da Mangia gioca in Serie B o è in situazioni di comproprietà, eccezion fatta per i già citati Borini, attaccante del Liverpool e Verratti, centrocampista del PSG, per Giulio Donati, ex primavera dell’Inter e da pochi giorni nuovo difensore del Bayer Leverkusen, e per la stella Insigne, che sembra essere il futuro tassello del Napoli di Rafa Benitez probabilmente orfano di Cavani. Alla prima categoria appartengono i portieri Bardi e Colombi, i difensori Biraghi, Capuano e Bianchetti e i centrocampisti Rossi e Crimi; alla seconda invece il portiere Leali, i difensori Caldirola e Regini e l’attaccante Gabbiadini. Abbiamo poi giocatori come Marrone, Florenzi, Bertolacci, Immobile, Destro, Sansone e Paloschi che militano sì in Serie A ma non hanno un posto “fisso”.
L’auspicio è che questi giovani talenti possano essere valorizzati quanto devono dalle rispettive società, che, sicuramente, considerata la grande dose di talento di cui stiamo trattando, ne trarranno non pochi giovamenti.
(di Jacopo Burgio)
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