Polemiche ed occasioni perse, di Antonio Cassano si conosce molto questo lato, ma bisognerebbe iniziare a parlare di lui partendo dal campo: Cassano è un talento puro, agile, dal dribbling facile e capace di servire i compagni con assist millimetrici; non è un bomber, non ha la pretesa di segnare, ma si diverte a dare il pallone sui piedi dell’attaccante di turno che si lancia verso la porta.
La storia di questo giocatore parte dalla sua Bari Vecchia: con la maglia biancorossa dimostrò presto di meritarsi grandi palcoscenici. Dell’esperienza con la squadra della città natale si ricorda in particolare il famoso gol contro l’Inter, che, oltre ad essere spettacolare per controllo di palla e finalizzazione, risultò essere decisivo per le sorti della partita, terminata col punteggio di 2-1 ai danni dei neroazzurri. Ad appena 19 anni viene trasferito alla Roma, dove resterà per quasi cinque stagioni. Sono annate di luci per il campione barese, che conquista la Supercoppa italiana nel 2001 e realizza 52 reti in 161 gare disputate, ma anche di ombre, in quanto conclude nel peggiore dei modi il suo rapporto sia con la società che con i compagni, in particolare con la bandiera giallorossa Francesco Totti: Cassano rifiuta infatti il rinnovo di contratto nel 2006 e si trasferirà successivamente al Real Madrid.
Come già precedentemente detto, Cassano si è messo in luce nella sua carriera non soltanto per il grande talento che indubbiamente possiede, ma anche per atteggiamenti discutibili, tendenzialmente adottati però fuori dal campo. Tali atteggiamenti hanno assunto una linea così ben definita da meritarsi una vera e propria sopranominazione, che anche oggi conosciamo bene: sono ormai famose le “cassanate”. Antonio infatti ha dimostrato di avere un carattere molto particolare ed esuberante: una volta spezzò una bandierina del calcio d’angolo, un’altra fece gesti irrisori nei confronti dell’arbitro, un’altra ancora litigò pesantemente col presidente della sua allora squadra Sampdoria, ed infine, un fatto abbastanza recente, pronunciò parole offensive nei confronti degli omosessuali durante una conferenza stampa ad Euro 2012. Per la sua scarsa disciplina Cassano può essere paragonato ad un altro calciatore che ben conosciamo, Mario Balotelli, per il quale varrebbe lo stesso titolo dato a questo articolo: indiscusso come calciatore, discusso come uomo. Ecco perché circolavano dubbi quando Prandelli scelse come tandem d’attacco della nazionale agli europei dello scorso anno proprio la coppia Cassano-Balotelli; molti si chiedevano infatti come lo spogliatoio potesse reggere un mix del genere, eppure i due si dimostrarono tutto sommato all’altezza della situazione. Inutile elencare i grandissimi meriti di entrambi nel portare l’Italia in finale, soprattutto dopo una schiacciante vittoria contro la Germania, in cui furono in particolare protagonisti.
L’esperienza spagnola di Cassano passò quasi del tutto inosservata: pochi gol, ancora di meno quelli decisivi e qualche buona prestazione. Fu invece con la Sampdoria che Antonio si consacrò definitivamente: 41 gol in 115 presenze, pure non essendo un attaccante di razza. Con la guida di Del Neri, la Sampdoria di Cassano, che allora formava la famosa “coppia del gol” con Giampaolo Pazzini, raggiunse anche i preliminari Champions League, poi miseramente persi contro il Werder Brema.
Dopo la già citata lite con Garrone, Cassano andò al Milan dopo aver aspettato il termine utile per la risoluzione contrattuale. Seguirono prestazioni ad alto livello per due stagioni con la maglia rossonera, macchiate dal malore che Antonio accusò nel 2011 e che si rivelò essere un problema al cuore, per cui fu necessario un intervento, poi per fortuna perfettamente riuscito.
Durante la famosa sessione di calciomercato in cui la presidenza del Milan, dopo l’addio delle bandiere storiche del club, decise di privarsi di Ibrahimovic e Thiago Silva, Cassano accusò un altro malore, stavolta non fisico: il cosiddetto “mal di pancia”, in seguito al quale il giocatore preferì essere ceduto. Venne cosi formalizzato lo scambio con l’Inter fra “FantAntonio” e, nemmeno a farlo apposta, Pazzini, suo ex compagno ai tempi della Sampdoria.
L’esperienza di Cassano all’Inter fu anch’essa scandita dagli infortuni, in particolare nella parte finale della stagione. Nonostante ciò, Cassano realizza con la maglia neroazzurra 15 assist e 9 gol, pur perdendo il posto in nazionale, dovuto all’arrivo di nuovi giovani da monitorare e a cui concedere maggiore esperienza.
Pochi giorni fa, Cassano ha firmato un contratto con la sua nuova squadra, il Parma, senza lasciarsi sfuggire le solite parole al veleno riguardo la sua precedente squadra: se prima aveva accusato Galliani di essere “tutto fumo e niente arrosto”, adesso accusa il neo mister dell’Inter di averlo cacciato dalla squadra. In ogni caso, Cassano dovrà cercare di impegnarsi al massimo per riconquistare la maglia azzurra nei mondiali del 2014: che ci riesca o no, il Parma ha comunque arricchito con un grande campione in maniera notevole la sua rosa, per altro già abbastanza competitiva.
Cassano spera ancora vivamente di partecipare al mondiale in Brasile del 2014, dopo quello del 2010, forse miglior anno della sua carriera, negatogli da Lippi. Le speranze a Parma sono tante, Cassano dovrà mostrare nuovamente le sue qualità tecniche e, soprattutto, umane. Il "numero 99" vuol tornare protagonista in una piazza meno importante delle ultime due in cui è stato, vuol tornare il Cassano "genio e sregolatezza".
(di Jacopo Burgio)
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