Sono passati circa 1500 giorni da
quando Ricardo Kakà decise di lasciare il Milan per accettare la ricchissima
offerta del Real Madrid. In poco tempo Ricky, piuttosto che diventare la stella
dei blancos assieme a Ronaldo, ne diventa una
grandissima delusione. Tra gravi infortuni, scelte tecniche e una forma fisica
e mentale mai più ritrovata, il brasiliano ne esce fin troppo ridimensionato,
tanto da perdere anche la Nazionale.
Era chiaro a tutti che Kakà non era
più in grado di trovarsi un posto da titolare nel Real Madrid, ma l'esoso
ingaggio da lui percepito e l'elevato costo di trasferimento erano tali da non
far azzardare nessun club all'acquisto del brasiliano, che sarebbe arrivato
come un'incognita. Nel corso di questi anni praticamente un solo club ha
continuato a corteggiarlo e desiderarlo: il Milan. Il club e tutto
l'ambiente rossonero non sono mai riusciti a dimenticarsi del campione che era,
mantenendo la convinzione di riuscire a far tornare grande anche un giocatore
ridimensionato e con non pochi problemi fisici come il brasiliano. Dopo il
fiacco tentativo nell'estate del 2011, nel 2012, con le partenze dei top
player, Ibrahimovic e Thiago Silva, e dei veterani, il Milan inizia a
desiderare veemente un suo ritorno, affinchè riporti entusiasmo nell'ambiente e
fiducia alla società da parte dei tifosi. Dopo l'arrivo vicino nel gennaio
2013, sfumato per via del costo di trasferimento troppo alto, arriva in
quest'ultima sessione di mercato, firmando un biennale in cui si riduce
l'ingaggio da 10 milioni a circa 5.
Il ritorno di Kakà è probabilmente una
delle più belle "pagine" di questa Serie A, in cui, finalmente, si
rivede un'immagine di bel calcio, non basata principalmente e solamente dal
fattore economico; una scelta, dunque, da poter definire anacronistica, in un
calcio in cui "la Maglia" non è più rispettata come un tempo.
Non pochi, però, sono i dubbi che
possono sorgere da un acquisto di tale portata; uno di questi è se Kakà era
l'acquisto giusto da fare in un momento simile per la squadra rossonera. Se
l'arrivo di Mario Balotelli ha subito portato certezze riguardo al suo ruolo di
top-player, fondamentale per il presente e futuro del Milan, cosa può dare
l'arrivo di un giocatore come Kakà? E' chiaro che subito si pensi ad un suo
inserimento nel 4-3-1-2 come trequartista, qualora Allegri ritenesse il
giocatore adatto e in grado di poter subito giocare in quel ruolo, come faceva
un tempo con Ancelotti. Della forma fisica del brasiliano però si hanno poche
certezze, resta un'incognita, come il suo rendimento e, se nella peggiore delle
ipotesi il numero 22 mostrasse di non essere più in grado, del suo
arrivo cosa si può pensare? La domanda potrebbe riportare alla mente altri
acquisti importanti, che hanno dato alla piazza grande entusiasmo, ma che alla
fine si sono rivelati poco utili e non in grado di rientrare nel progetto
rossonero. Su tutti ci si ricorda di Shevchenko, tornato in prestito al Milan
dal Chelsea nel 2008, ridimensionato e in una dubbia forma fisica e mentale;
il risultato è deludente, tanto da non venir riscattato dal club
rossonero. Un altro episodio che ha dato al Milan grande importanza mediatica
ed entusiasmo è quello di David Beckham. L'acquisto del giocatore inglese è
probabilmente la più grande strategia mediatica da parte della società
rossonera che, vista la formula del prestito da loro effettuata, non ha
richiesto esose spese ai danni delle casse, incrementando invece quelle in
entrata con ulteriori sponsor e merchandising. Inoltre, un giocatore come
Beckham è sempre ben gradito da qualsiasi allenatore, nonostante l'età e una
forma fisica non più eccelsa come un tempo. Ennesimo acquisto che forse ha dato
più importanza mediatica che contributo alla squadra è quello di Ronaldo. Il
Fenomeno, dopo una prima stagione discreta, si ritrova con sempre più problemi
fisici, causati da gravi infortuni, che lo portano alla cessione in Brasile.
Dunque, dopo l'iniziale
entusiasmo presente in questi giorni fra i tifosi milanisti, torneranno a
sorgere i dubbi su questa azzardata mossa del Milan? La risposta la potrà dare
solamente il campo e sperare, milanisti e non, in un grande ritorno di Ricky, perchè, in fondo, tutti l'abbiamo sempre desiderato, affinchè ogni domenica,
ogni partita, in Europa ed in Italia, possa di nuovo farci appassionare ed
entusiasmare, come pochi hanno saputo fare.
(di Alessandro Triolo)
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