Zdenek Zeman nella letteratura: da Narciso a Zarathustra

Anarchico, visionario e talvolta incompreso: Zdenek Zeman in un insolito ed equivoco confronto tra letteratura e musica.

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Fari su Nicosia: AEK Larnaca - APOEL

Inauguriamo la nostra rubrica a cura del nuovo membro della redazione Mirko Giacoppo, che si occuperà dei resoconti delle partite di APOEL Nicosia, Copenaghen e Everton.

Comunicato dalla redazione

La redazione de Lo Stretto del Calcio presenta la nuova struttura del blog e il format applicato per la nuova stagione.

Fari su Copenaghen: Odense-Copenaghen

Il resoconto del match Odense-Copenaghen, conclusosi con la vittoria degli ospiti per 1 a 0

Fari su Liverpool: Everton-Chelsea

L'appassionato resoconto della pirotecnica vittoria del Chelsea sui Toffees per 6 a 3

venerdì 30 agosto 2013

La Supercoppa diventa Clasico


A pochi minuti dall’inizio della Supercoppa europea 2013, si prospetta uno scenario che ci è molto noto: Mourinho contro Guardiola o, come meglio ce li ricordiamo, Mou contro Pep. Eppure, né Barça né Real Madrid hanno vinto Champions o Europa League: stasera gli ex rivali di Spagna si ritroveranno alla guida di due nuove squadre, Bayern Monaco e Chelsea. Per il portoghese si tratta di un ritorno; difatti aveva allenato i Blues dal 2004 al 2007, con cui ha vinto 2 campionati, 2 Coppe di Lega, 1 Coppa d’Inghilterra e 1 Community Shield. Guardiola è invece alla prima esperienza dopo il grande percorso a Barcelona, che l’ha reso uno degli allenatori più famosi e importanti del mondo.
Entrambi hanno cominciato bene le rispettive stagioni: 2 vittorie e 1 pareggio per Mou, 3 vittorie e 1 pareggio per Pep, che ha però perso la Supercoppa tedesca; ma stasera vedremo chi dei due antichi nemici è più in forma per vincere questa nuova sfida che ha il sapore del Clasico.

Ecco le formazioni ufficiali:

Bayern Monaco: Neuer; Alaba, Dante, Boateng, Rafinha; Lahm; Robben, Muller, Kroos, Ribery; Mandzukic.


Chelsea: Chech; Cole, David Luiz, Cahill, Ivanovic; Lampard, Ramires; Hazard, Oscar, Schurrle; Torres.

(di Jacopo Burgio)

Il calcio delle divise: le maglie della Serie A 2013-2014.

Il calcio d’estate non è solo amichevoli e calciomercato: uno degli argomenti più amati e trattati per molti appassionati è anche la presentazione delle nuove divise da gioco. Così, rendendo pubblica tale passione anche da parte degli stessi gestori di questo blog, abbiamo deciso di introdurre, nella maniera più sintetica possibile, le nuove maglie delle squadre di Serie A, commentarle e stilarne una classifica.

(Prossimamente tratteremo anche le divise della Premier League, Bundes Liga e Liga BBVA)


ATALANTA: La novità della squadra bergamasca è senza dubbio la seconda: giallo-nera, stile Borussia Dortmund. La prima mostra un look classico, anche per merito del ritorno delle strisce strette; purtroppo gli sponsor enormi rovinano il risultato finale.
                                                    

BOLOGNA: Nel cinquantesimo anniversario dalla vittoria dell'ultimo scudetto della squadra rossoblù, Macron ha inserito una stampa commemorativa all'interno del colletto e dedicato l'intera collezione. La prima è caratterizzata dal colletto a polo e dal classico motivo a righe rossoblù, la seconda invece mostra il ritorno della banda diagonale rossoblù, la terza invece è verde chiaro, caratterizzata dai nomi dei giocatori che vinsero lo storico scudetto '63-'64 tono su tono.

                                                   

CAGLIARI: La vera novità è la seconda maglia, che ritorna alla fascia diagonale rossoblù e, al posto del classico logo, lo stemma della Regione con i quattro mori. La prima torna invece a quarti. Terza totalmente rossa e quarta totalmente blu. Tutto sommato un buon lavoro per Kappa.

                                                   

CATANIA: A mio parere, il Catania fa un notevole passo indietro rispetto alle stagioni passate: prima maglia a strisce verticali strette rosso-azzurre, tranne quella in corrispondenza dello stemma che invece è più larga. La maglia da trasferta è un omaggio alle divise indossate dalla squadra nella stagione 1981-1982, in cui militava in Serie B. Tale scelta viene denominata "The vintage style", ed il tutto è sicuramente una delle poche note positive del lavoro realizzato da Givova. La terza è rossa, con i bordini nelle maniche e nella parte inferiore azzurri, da tanti criticata per la sua estrema semplicità.

CHIEVO VERONA: Poche novità per la prima maglia: colletto alla coreana giallo, maniche azzurre e la classica sagoma di Cangrande I Della Scala sul fianco sinistro. La seconda mostra un modello nuovo, color grigio-argento, caratterizzato da una banda verticale gialloblù sul lato sinistro, dal colletto alla coreana color piombo, dal cane rampante serigrafato sul fronte e lo stemma con la scala veronese. La terza è ancor più innovativa: a quarti di colore nero e verde, ispirata dal team British Racing Motors, protagonista in Formula 1 negli anni '70. Un buon lavoro da parte di Givova.

FIORENTINA: Come da tradizione, la prima maglia della Fiorentina mostra un look classico e semplice. Con Joma non si intravedono più ingombranti inserti in oro, decidendo invece di caratterizzare la maglia con i gigli tono su tono sulle spalle e un colletto a polo "chiuso" da un tassello nero - a mio parere la nota dolente del lavoro realizzato da Joma-. La divisa da trasferta mostra lo stesso template, ma con base di color bianco e rifiniture viola, come i gigli sulle spalle. La vera novità forse è la terza maglia color antracite, che si basa sempre sul modello delle altre due divise, nonostante le aggiunte di piccoli profili oro-viola sul fronte della maglia e sul retro. Oltre a queste tre divise, la Fiorentina presenta due maglie dedicate all'Europa League, in cui scompaiono i gigli e si aggiugono dei profili sul fronte e sul retro della maglia color oro; anche il tassello che chiude il colletto a polo è oro. Un look forse più classico rispetto a quello dello scorso anno, ma non peggiore.

GENOA: A 120 anni dalla sua fondazione, il Genoa toglie la banda rossoblù sul petto dalla seconda maglia, lasciando interdetti i tanti che si erano ormai abituati alla classicità e alla storicità di questa. Ciò che forse in pochi sanno è che nei primi anni la squadra genoana era completamente bianca, e quindi un ritorno alle più vecchie origini del club non è criticabile. La prima mostra invece la classica maglia a quarti rossoblù, con i riquadri Lotto, da sempre criticatissimi, che si adattano ai colori della maglia. Un ottimo lavoro da parte della azienda che ha sede a Trevignano.

HELLAS VERONA: L'Hellas torna in Serie A vestita Nike, che ha prodotto tre maglie per la squadra veronese. Le divise sono tre e "da catalogo", a causa dei tempi non è stato possibile realizzare dei prodotti esclusivi. La prima maglia è di un blu più sicuro rispetto a quello classico dell'Hellas, con una banda verticale gialla sul fronte a sinistra e una orizzontale sulla manica destra. La seconda è completamente gialla e la terza totalmente nera. I lavori poco elaborati di quest'anno non dimostrano però come Nike punti anche alla squadra veronese per il futuro.

INTER: Un look elegante per l'Inter, che però non può certamente soddisfare i tifosi e chi tiene particolarmente alle tradizioni del club. La prima maglia, praticamente la stessa della stagione 2011-2012, è di un blu molto più scuro, anche troppo, tanto che in diretta televisiva sembra completamente nera; un lavoro che, come già detto è elegante, classico e pulito, ma che non rispetta i veri colori sociali della squadra. La seconda divisa torna bianca e, a mio parere, anche quest'anno è il vero punto forte del lavoro fatto dal brand americano per l'Inter: colletto alla coreana azzurro e maniche neroazzurre. Da mettere in evidenza come per la seconda maglia, i designer abbiano scelto di utilizzare il "vero" azzurro dell'Inter.

JUVENTUS: Anche per la squadra campione d'Italia la novità è la seconda maglia. Il ritorno alla divisa gialloblù, che viene ricordata per esser stata utilizzata negli anni '80, è stato ben voluto dai sostenitori della squadra bianconera: divisa gialla con colletto a polo con rifiniture bianconere, pantaloncini azzurri e calzettoni gialli, un ottimo lavoro. La prima maglia invece mostra le strisce verticali bianconere più strette rispetto allo scorso anno, il colletto bianco e le maniche caratterizzati dalla sottile riga bianconera; il retro mantiene il riquadro nero per i nomi e i numeri. Un buon lavoro da parte di Nike, che dà un tocco di vintage ad entrambe le maglie, nonostante si mantenga uno stile moderno.

LAZIO: Con una coccarda da mettere in risalto, Macron elabora per la Lazio delle maglie semplici e pulite. La prima è la tradizionale celeste con colletto e maniche bianca, particolare il disegno dell'aquila stilizzata sui fianchi in bianco. La seconda è di colore giallo, con righe verticali tono su tono, che ricorda la maglia utilizzata nell'ultima edizione di Coppa delle Coppe del '99, vinta dalla Lazio per 2 a 1 contro il Mallorca. La terza invece è blu navy, con strette righe orizzontali celesti e con lo stemma societario monocromatico. Un lavoro  di certo non entusiasmante ma sufficiente.

LIVORNO: Il ritorno dei colori del Livorno nella massima serie è targato Legea. L'azienda campana, che è solita ad esser soggetta a critiche, a mio parere sia per questa stagione sia per la scorsa ha realizzato due buoni lavori per la squadra amaranto. La maglia di casa è ovviamente color amaranto, caratterizzata dal colletto nero e dalle maniche nere con un sottile inserto oro. La seconda maglia è bianca con il colletto amaranto e due bande diagonali sul fronte sempre color amaranto. La terza è invece grigia e il modello è lo stesso utilizzato per la seconda. Pure io sono fra chi non ama particolarmente Legea, ma è innegabile affermare il bel lavoro fatto con il Livorno.

MILAN: L'oro è il vero protagonista delle tre maglie prodotte da adidas. La prima presenta uno scollo "a V" con il piccolo inserto della bandiera tricolore, righe rossonere più strette e le tre classiche strisce adidas dorate. La seconda maglia è, come da tradizione, bianca, caratterizzata dalle strisce adidas color oro e da una riga rossa e una nera che si incrociano fino a formare una "V" sul petto. La più particolare e discussa delle tre maglie è senza dubbio la terza, di colore oro. Il rosso e il nero sono presenti solamente sul colletto a girocollo e sui fianchi; particolare il taschino con il tricolore italiano. Questa scelta di rendere il color oro protagonista del materiale tecnico del Milan per questa stagione è a mio parere esagerato: le strisce color oro sulle prime due maglie sono anti-estetiche e la terza è davvero improponibile, sia per il colore, che per il modello, con il taschino sul lato destro che è persino asimmetrico. D'altronde, "de gustibus non disputandum est."..

NAPOLI: Continuando a parlare di scelte assurde e sicuramente non eleganti, la peggiore è stata fatta da Macron e dalla società nel voler realizzare, o azzardare, una maglia con tema mimetico come seconda divisa della squadra partenopea. Il colletto e le maniche di quest'ultima sono di un azzurro acceso che con il verde scuro delle maniche è davvero "un pugno all'occhio", il terribile sponsor Lete rosso la rende ancor più obbrobriosa e il verde dei calzoncini diverso dal resto della divisa è veramente terrificante: una delle peggiori divise di sempre . Ribadendo sempre che tutto ciò è un mio parere, e che quindi il commento è molto soggettivo, non voglio calunniare nè Macron nè la società di tale scelta. Tralasciando la seconda, la prima maglia, nonostante non sia al livello di quella di due anni fa e nemmeno di quello dello scorso, è tradizionalmente azzurra e semplice. La migliore della collezione Macron è sicuramente la terza: gialla con banda diagonale, maniche e colletto di colore azzurro. 

PARMA: Nella stagione del Centenario, Erreà ha deciso di elaborare tre maglie che rispecchino la tradizione del club. La prima è la classica crociata, con la novità di una banda orizzontale anche sul retro, la seconda invece è a scacchi gialloblù con colletto bianco, mentre la terza è nera con una banda diagonale gialloblù. Oltre allo scudetto commemorativo dei cent'anni, Erreà non poteva far di meglio nel realizzare una maglia "speciale" per il centenario, scegliendo di riprodurre un modello del 1913, dopo un'accurata ricerca negli archivi storici del club. La maglia, priva anche di stemma e sponsor, verrà utilizzata solo nella partita contro il Cagliari del 15 dicembre, vigilia del giorno in cui si festeggeranno i cent'anni del club. L'azienda italiana Erreà compie un notevole passo avanti con la realizzazione di tali divise e deve essere elogiata per la grande idea avuta con la divisa celebrativa.

ROMA: La Roma degli americani fra novità e rimandi storici nelle sue nuove divise underbranded. La società infatti ha rescisso il contratto con Kappa, anche con non pochi problemi, per firmarne uno con Nike, che dunque vestirà la squadra giallorossa dalla prossima stagione; quest'anno intanto a fornrli sarà un'azienda collegata ad Asics. Come già detto prima, sono presenti novità nella nuova divisa, come il nuovo e discusso logo societario, e nello stesso tempo rimandi storici come quello del colletto, o meglio della scollatura bicolore "a Y", utilizzato nel 1901 dal club Roman FC. Proprio il colletto a polo e le maniche sono in maglia e prendono spunto dalla divisa della stagione 1986-1987. I colori sono molto più vicini a quelli richiesti dall'associazione "My Roma". La seconda divisa è bianca con colletto a V e maniche con rifiniture giallorosse, in pieno stile "anni '80". Da presentare ancora la terza dato che la società ha permesso ai tifosi abbonati di scegliere la terza maglia per la propria squadra del cuore. Un ottimo lavoro dunque quello realizzato per le nuove divise della Roma, che, senza sponsor tecnici e di merchandising fa sì che sembri di esser tornati ad una maglia in pieno "Italian style" di tanti anni fa.

SAMPDORIA: Cambia sempre poco nelle divise della Sampdoria, i particolari sono quelli che fanno la differenza. Se l'anno scorso la novità era più evidente, ovvero il posizionamento dello stemma sul braccio sinistro, le maglie di questa stagione presentano due novità: il colletto a polo, per la prima volta realizzato da Kappa per la squadra genoana in dieci anni di sponsorizzazione, e lo spostamento della banda blucerchiata in basso per far spazio allo sponsor Gamenet. Stesso modello, ma privi di colletto a polo, seconda e terza maglia che sono rispettivamente bianca e nera. Giudizio finale: la divisa della Sampdoria è di suo una delle più belle, anche se con lo spostamento della fascia blucerchiata rende molto meno; avevo apprezzato lo stemma sulla manica, speravo lo riproponessero.

SASSUOLO: Il binomio Sportika-Sassuolo continua anche in Serie A, con poche novità rispetto alle divise della scorsa stagione. La prima maglia è come da tradizione a righe verticali nere e verdi, la seconda completamente azzurra e la terza bianca con inserti neri e verdi sul colletto e sulle maniche. Una realizzazione discreta da parte di Sportika.

TORINO: Dopo anni delle solite, banali e ormai noiose maglie kombat firmate Kappa, il Torino riesce a dare alla sua maglia un po' più di particolarità, finalmente. La novità è il ritorno del colore bianco sul colletto  a polo con girocollo (sarebbe stato meglio "a V") e sulle maniche. Seconda e terza divisa sono rispettivamente bianca e azzurra, in onore al gemellaggio con il Manchester City che perdura da anni. La più grande nota dolente del marchio Kappa è quello del posizionamento dello stemma societario, troppo alto, più vicino alla spalla che al petto, per far spazio allo sponsor. Tale problema si ritrova in tutte le divise Kappa e, specialmente quest'anno, si aggiunge il colletto a polo che copre in parte lo stemma. Nonostante ciò, la divisa del Torino quest'anno sfugge alla banalità che l'ha "caratterizzata" nelle ultime stagione; dunque, il giudizio finale è positivo.

UDINESE: Vedere l'Udinese con uno sponsor tecnico importante per risultati raggiunti negli ultimi anni, che sono abbastanza positivi, sembra impossibile (non che ciò che abbia detto sia una diffamazione). Dopo il travagliato e non positivo rapporto con Legea, la squadra friulana si veste di uno sponsor tecnico al suo esordio in Serie A: HS Football. La prima maglia è la classica bianconera a strisce verticale, caratterizzata da dettagli gialli, la seconda è anch'essa a righe verticali color nero e grigio, con colletto e maniche bianche, la terza invece è arancione con le righe verticali che compaiono in basso sfumando verso l'alto. Purtroppo, è da segnalare il font dei numeri palesemente copiato da quello usato dal Barcellona nella stagione 2008-2009 e 2009-2010. Tre maglie accettabili per l'esordio del nuovo brand, che sembra ispirarsi alla storica Hummels.


Come avevo già detto all'inizio, ho stilato una classifica riguardo le maglie home che reputo migliori:

1. Roma
2. Sampdoria
3. Genoa
4. Livorno
5. Fiorentina
6. Torino
7. Parma
8. Juventus
9. Cagliari
10. Inter
11. Lazio
12. Napoli
13. Milan
14. Chievo Verona
15. Atalanta
16. Hellas Verona
17. Udinese
18. Sassuolo
19. Bologna 
20. Catania

(di Alessandro Triolo)


giovedì 29 agosto 2013

Milan, ci risiamo: bene in Europa, male in Italia

Come promesso, il Milan è in Champions League. "Sono due anni che si parla del prossimo allenatore del Milan: bisogna essere più obiettivi. Si pontifica troppo da fuori, ci vuole rispetto per il lavoro altrui. Magari domani mi dimetto io…” queste le parole di un Allegri che finalmente può sfogarsi, dopo una vittoria schiacciante sul Psv Eindhoven a San Siro che zittisce tutti coloro che avevano dubbi riguardo il suo operato. Già l’anno passato era capitato che l’allenatore rossonero fosse sul punto di essere esonerato, ma, oggettivamente, si può dire che abbia gestito la situazione sempre con serenità e con grande professionalità e le parole di ieri sono più che giustificate. La scorsa stagione si è visto smembrare una squadra di campioni, sia per le discusse partenze di Ibrahimovic e Thiago Silva, sia per gli addii dei “senatori”, i vari Nesta, Seedorf, Gattuso, Inzaghi, Zambrotta e Van Bommel, per non parlare della cessione di Cassano e (poi) di  Pato. Eppure, con un piccolo aiutino da parte di un certo Mario Balotelli da Gennaio in poi, Allegri è riuscito a spingere la squadra fino al terzo posto, raggiungendo i preliminari. Quest’anno il gruppo è rimasto pressoché lo stesso, ma, nonostante ciò, da ieri il Milan è ai gironi di Champions. Certo, sono comunque da sottolineare le false partenze sia dell’anno scorso che di questo: Milan-Sampdoria 0-1, Hellas Verona-Milan 2-1. Rossoneri sotto tono nella prima gara, quando ancora non brillava la stella Stephan El Shaarawy e faceva il suo debutto proprio contro la sua ex squadra Giampaolo Pazzini. Fu anche questione di sfortuna (palo di Yepes e Boateng), ma in ogni caso la Sampdoria si fece trovare molto più pronta a sfruttare occasioni (gol di Costa su cross di Tissone) e a chiudersi bene in difesa. La settimana scorsa è stato invece un vero flop, lo stesso Allegri lo ha sottolineato: “Abbiamo giocato malissimo”. Ecco allora che colpisce un ringiovanito Luca Toni e fa esplodere il pubblico veronese; unica nota positiva per i rossoneri è il buon debutto di Poli, nemmeno Balotelli riesce ad essere incisivo.

Riflettendoci, non è stato da sempre un classico vedere un Milan competitivo e vincente in Europa e a volte misteriosamente spento in Italia? Almeno, cosi è stato l’anno scorso, quando faceva decisamente specie il contrasto fra le sconfitte contro le “piccole” del nostro campionato e la vittoria in Champions contro i campioni del Barcelona per 2-0. Chi sa se sarà lo stesso quest’anno, quando abbiamo ricevuto già un assaggio di questa sensazione: Milan irriconoscibile a Verona, ma che ieri a strapazzato da vera squadra il Psv.

(di Jacopo Burgio)

Il Tottenham saluta Bale ricca e scatenata sul mercato

Soldado, Lamela, Paulinho, Eriksen, Chiriches, Capoue: ecco i grandi acquisti del Tottenham di questa stagione. Dare una motivazione di tali mosse solamente per compensare la cessione di Gareth Bale sembra essere un po' azzardato; sicuramente, però, il talento gallese è il vero protagonista del mercato degli Spurs. D'altronde, come potrebbe non esserlo un giocatore che permette alla società di incassare circa 100 milioni di euro.
Nonostante manchi ancora l'ufficialità, la sua partenza è più che certa, e, dunque, la società inglese pensa a come investire l'ingente somma ricevuta, sotto il consiglio di Villas-Boas che pensa a come rinforzare la rosa. Così, il Tottenham si "scatena" sul mercato: arrivano in una settimana tre giocatori di grande talento e prospettiva come Lamela, Chiriches ed Eriksen e si continua a puntare ad altri importanti nomi, come quello del "Chicharito" Hernandez.
Risolto il problema della prima punta con Soldado, gli Spurs sono riusciti ad acquistare Paulinho, ottimo centrocampista, vicino per più di una sessione di mercato all'Inter, e, con questi due su tutti, si punta alla Champions League e alla conquista dell'Europa League, fino alla definitiva consacrazione in Inghilterra. 
Gli Spurs hanno iniziato bene in campionato con due vittorie consecutive e quest'anno, anche senza Bale, ma con molti altri talenti in campo, la squadra di Villas-Boas è pronta a tutto pur di raggiungere i traguardi da loro posti, anche se ciò comporta ingenti spese sul mercato e compensare la mancanza del fenomeno gallese.


(di Alessandro Triolo)

mercoledì 28 agosto 2013

Ljajic, il post Lamela


La Roma ha concluso ieri la trattativa con la Fiorentina: dopo tanto parlare, Adem Ljajic ha cambiato finalmente maglia. Polemiche riguardanti il giocatore infatti sono susseguitesi fin dopo un’offerta scritta ricevuta da parte di Galliani, a.d. del Milan, equivalente ad 8 milioni. Così rispose al tempo la società: “Offerta irricevibile, tardiva e di certo inopportuna”. Da qui scoppia quello che è stato finora definito il “caso Ljajic”, col giocatore sempre più in bilico, ora vicino al trasferimento, ora ad un clamoroso rinnovo. In mezzo, la confusa situazione del calciatore, assistito sia dall’agente Mladen Furtula, che lo portò alla Fiorentina nel 2010, sia da Ramadani, che sarebbe dovuto servire quasi da intermediario in Italia. Per non finire, il parere del padre Sahmir, che a quanto pare aveva un certo potere decisionale.

Dopo una fase di stallo dovuta appunto alla complicatezza della vicenda, si è fatto avanti per aggiudicarsi il giocatore l’Atletico Madrid: aperti i colloqui come di consueto, si scopre che, come ha comunicato la stessa società spagnola “Ljajic ha un precontratto con il Milan”. Ancora più confusione dunque, ancora più polemiche. Intanto la banda di Montella si avvicina all’esordio in Serie A; cosi Montella dopo la vittoria per 2-1 contro il Catania:  "L'ho sentito prima e sorrideva: non è successo nulla, non si è comportato male con i compagni. Avevo deciso da ieri di non portarlo tra i 23, e stamattina a colazione gli ho detto di andare a casa e non venire allo stadio. Come l'ha presa lui? Mi ha abbracciato. Ma è una decisione mia, la società non mi ha imposto nulla. Deve ancora maturare, ma è un bravo ragazzo, non è che disturba. Solo che non è sereno". Allo stesso modo, Della Valle mette la parola fine alla vicenda: “Il serbo non indosserà più la maglia viola, andrà via molto presto. Mai al Milan? Dico solo che lascerà Firenze”. Ecco quindi che si arriva alla giornata di ieri, quando si sblocca la trattativa: dopo un colloquio a Firenze, il via libera alla Roma, che inizialmente offriva 10 milioni più bonus, quando la Fiorentina ne richiedeva 13 netti. Alla fine, le società sembrano essersi accordate sulla base di 12 milioni. Tutti felici, in particolare il giocatore, che stamattina prima delle visite mediche nella capitale ha esordito con un classico “Forza Roma”. Eppure, c’è chi sottolinea il lato triste della storia, come Lorenzo Amoruso, che ai microfoni di TuttoMercatoWeb ha commentato: “Più che la volontà del giocatore credo che in questa vicenda sia contata quella del padre e del suo agente. Il dio denaro ha vinto e spero che lui non si penta di questa scelta. Sarebbe servita un po' di gratitudine nei confronti di Montella visto quanto era accaduto in precedenza con Delio Rossi. Il giocatore andrà via, la società dopo il caso Montolivo ha capito. E' un peccato: io sono un nostalgico e credo ancora nella lealtà tra giocatore e dirigenza”.

Tralasciando dubbi, polemiche e aspetti economici, la Roma guadagna un ottimo giocatore su cui puntare, principalmente, per il futuro e soprattutto con cui sostituire Erik Lamela, che in queste ore sembra dover firmare per il Tottenham. La differenza tra i due sta sostanzialmente nel fatto che Lamela può ormai essere considerato un giocatore “già fatto”, mentre Ljajic, sia dal punto di vista tecnico-tattico che caratteriale (ricordiamo l’episodio con Delio Rossi) deve ancora maturare ed è giusto che sia così. Riassumiamo, se ci è permesso, dicendo che attualmente Adem è come Erik al momento dell’arrivo a Roma, per cui già fra due anni potrebbe diventare qualcosa di importante per i giallorossi. Con la Fiorentina 47 presenze e 16 gol, tanta classe e prospettiva al servizio di Rudi Garcia.

(di Jacopo Burgio)

martedì 27 agosto 2013

Si chiude (forse) la telenovela Rooney

Dopo essere stato recentemente accostato al Chelsea, Wayne Rooney sembra aver preso la decisione meno aspettata: pare infatti che, dopo l’ultimatum lanciatogli ieri da Mourinho nel post gara di Manchester United-Chelsea (“Ha tempo 48 ore. Deve dire se vuole partire o se vuole restare: per il bene di tutti questa storia deve essere chiusa"), il centravanti inglese si sia convinto a restare tra i Red Devils. La notizia è stata lanciata in queste ore da un po’ tutti i quotidiani britannici: “Wayne Rooney ha deciso di non presentare una richiesta formale di trasferimento al Manchester United, ponendo fine alla lunga saga estiva riguardante il suo futuro” titola il The Guardian, mentre secondo il Mirror “Rooney non chiederà di lasciare il club per rispetto di Moyes, dei compagni e dei tifosi”. La diretta conseguenza della vicenda è che quindi “Rooney rifiuterà la chiamata di José Mourinho a premere per il trasferimento al Chelsea entro le prossime 48 ore”, come scrive il Daily Telegraph.

Per Wayne si erano profilate tante possibilità di trasferimento, fin da inizio mercato: lo cercò a Gennaio il PSG per un progetto ambizioso; il Barça lo voleva per completare un trio d’attacco che sarebbe stato imbattibile (Rooney-Messi-Neymar); Guardiola lo avrebbe messo come punta di diamante; per l’Arsenal era invece un ripiego dopo la disfatta Suarez. Vero è che per Rooney si respirava aria d’addio già da un po’ di tempo, soprattutto dopo l’annuncio del ritiro di Alex Ferguson, eppure forse l’attaccante (quasi 200 gol in 404 presenze con i Red Devils) rimanendo ha deciso di fare la classica scelta “etica”.

(di Jacopo Burgio)

Real Sociedad, la sorpresa dell'anno

Come ormai siamo abituati a vedere, la Liga ha un suo tipico ciclo annuale, che puntualmente quest’anno ci ha regalato una nuova sorpresa. Real Madrid e Barcelona i soliti dominatori, Atletico di Madrid la “terza” di lusso, mentre la quarta, quella che si aggiudica l’accesso ai preliminari di Champions, cambia, potremmo dire, quasi ogni stagione. C’è stato il tempo del Sevilla di Luis Fabiano, del Malaga di Saviola, del Valencia di Soldado e del Villareal di Rossi. Questo è invece l’anno della Real Sociedad, ma non sappiamo precisamente dire “di chi”: tutto merito del gruppo.
Allenata dal francese Philippe Montanier, La Real è riuscita nell’impresa di raggiungere l’Europa che conta soprattutto grazie alla classe del francese Griezmann e al talento del giovane Under-21 spagnolo Illaramendi, passato al Real Madrid proprio questa estate per la cifra di 39 milioni. Tra gli autori di questo successo figurano anche il capitano Xabier Prieto, il famoso messicano ex Arsenal Carlos Vela (14 gol) e l’attaccante, forse meno conosciuto, ma non meno importante, Agirretxe (13 gol).

In vista di una competizione da affrontare con orgoglio e con la testa alta, la Real Sociedad si è rinforzata durante questa sessione di mercato estivo, pur perdendo, come già detto, un tassello importante come Illaramendi. Sono cosi arrivati la punta Seferovic, conoscenza del campionato italiano (Fiorentina e Novara), e l’ex Real Madrid Granero. Anche in panchina si è assistito ad un avvicendamento: attuale allenatore è infatti lo spagnolo Jagoba Arrasate. Può capitare che dopo successi insperati si possano steccare i primi appuntamenti della stagione, eppure non è stato cosi per La Real: tre partite, due vittorie ed un pareggio. La prima all’esordio in Champions contro il Lione (2-0), la seconda in Liga contro il Getafe, sempre per 2 reti a 0; il pareggio è arrivato tre giorni fa contro l’Elche (1-1). Chi sa se potremo aspettarci nuove sorprese da questo gruppo, davvero determinato e meritevole. 

(di Jacopo Burgio)

lunedì 26 agosto 2013

Gli artisti del pallone: Ryan Giggs

Si staranno ancora mangiando le mani in casa City, quando quel lontano 1987 lasciarono partire dalle giovanili degli Sky Blues un certo Ryan Wilson, sponda United, che allora aveva appena 14 anni. A 16 anni però, età in cui nel Regno Unito si diviene maggiorenni, Ryan, a causa del pessimo rapporto col padre, decide di cambiare cognome e diviene quello che noi oggi conosciamo come Giggs, ovvero il miglior giocatore di sempre nella storia dei Red Devils.
Giggs ha proprio quest’anno raggiunto le 1000 presenze da professionista, precisamente quando nel Maggio di quest’anno scese in campo durante la sfida di Champions League contro il Real Madrid. Sir Alex Ferguson si accorse subito del suo talento quando lo volle personalmente nella sua squadra, e prima di lasciare la panchina dello United ha dichiarato, in occasione del rinnovo del giocatore fino al 2014: “Ryan è un esempio per tutti noi, per il modo in cui si prende cura di sé. Penso che nessuno potrà eguagliare la sua carriera per longevità. Ha pienamente meritato questo contratto perché la sua forma fisica è rimasta intatta”. In effetti, i suoi dribbling, la sua velocità, i suoi tiri e i suoi cross sono rimasti pressoché quelli di una volta, belli ed eleganti, indice di una classe innata. Essendo un esterno sinistro, non può essere certo definito un goleador, ma ha comunque raggiunto quota 169 reti in carriera e di queste ricordiamo in particolare quella al Southampton, dopo appena 15 secondi dall’inizio della gara, quella all’Arsenal in semifinale di FA Cup, dopo una splendida azione personale che a mio avviso, pur potendo sembrare il paragone irriverente, è quasi pari a quelle famose di Maradona contro l’Inghilterra e di Messi contro il Getafe, con il solo particolare che Giggs non superò il portiere ma lo trafisse con un sinistro potente sul primo palo; nel 2007/08 Giggs segnò anche il gol vittoria contro il Wigan nell’ultima partita di Premier League, regalando il decimo titolo al Manchester United.
A livello personale, Giggs è stato insignito, come tanti suoi connazionali britannici, del titolo di Ufficiale dell’Impero Britannico dalla regina Elisabetta II nel 2007. Ha inoltre vinto il titolo di miglior giocatore PFA nel 2009 e il Golden Foot nel 2011. Con i suoi compagni dello United, Ryan ha conquistato ben 13 dei 20 titoli vinti dal Manchester United (l’ultimo quest’anno), 4 Coppe d’Inghilterra, 4 Coppe di Lega, 10 Community Shield, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Europea, 2 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Coppa del mondo per club. Per quanto riguarda la Nazionale, Giggs è gallese, come dicevamo, dal 1989, quando decise di assumere il cognome della madre. Con il Galles ha giocato per 16 anni e ha realizzato 12 reti in 64 presenze, lasciando la squadra nel 2007, all’età di 34 anni.
Tra le curiosità riferite a questo giocatore, potremmo parlare di quando Giggs venne intervistato e rilasciò delle dichiarazioni interessanti ad Extra Time proprio riguardo il nostro campionato e anche riguardo un giocatore che conosciamo molto bene e che, in qualche modo, per grinta e voglia di giocare nonostante l’età, può essere a lui paragonato. Alla domanda: “Qual è l’avversario più difficile che tu abbia mai incontrato?” rispose infatti : “Javier Zanetti. Lo incontrai per la prima volta nel ’99, ai quarti di Champions. Lui terzino destro, io ala sinistra. Mi impressionò per la sua rapidità, potenza, intelligenza ed esperienza. Ci ho giocato contro altre due volte ed è stato l’avversario più duro in assoluto. Un campione completo.” Proprio riguardo alla squadra in cui milita ancora Zanetti, l’Inter, giravano in passato delle voci su un interessamento molto forte per il giocatore da parte di Massimo Moratti, ma Giggs ha al tempo risposto cosi: “Avevo letto questa notizia sui giornali, ma la verità è che non ci fui mai alcun contatto. Non ho mai pensato di lasciare lo United”.        
A 40 anni suonati, Ryan di smettere non ne vuole proprio sapere. Tuttavia, tra i cambiamenti radicali succedutisi quest’anno (il ritiro di Ferguson e del compagno Scholes), Giggs ha assunto con l’arrivo di David Moyes sulla “panchina rossa” il ruolo di assistente-giocatore, chiaramente prima avvisaglia che il suo tempo sul campo da calcio sta per finire. “Giggs sogna la panchina del Manchester United e ha le qualità per essere un ottimo allenatore. Ryan giocherà un altro anno, ma sono sicuro che, una volta ritiratosi, potrà succedere ad Alex Ferguson”. Cosi dichiarò lo scorso Marzo Ole Gunnar Solskjaer, ex stella dei Red Devils e attuale tecnico del Molde. Attualmente la panchina è stata appena occupata, ma molto probabilmente la profezia di Solskjaer si avvererà: Giggs concluderà la sua magnifica carriera cominciandone un’altra, gli auguriamo, ancora più brillante e vittoriosa. 

(di Jacopo Burgio)

domenica 25 agosto 2013

Terry Antonis, dal Sydney al Parma con talento e speranze.


Con l’approdo di Alessandro Del Piero, l’A-League ha aumentato notevolmente visibilità e importanza mediatica. Ovviamente, tale incremento può essere sfruttato anche dai giocatori desiderosi di competere negli importanti campionati europei, soprattutto per chi gioca in squadra con la stella indiscussa del campionato australiano, ovvero al Sydney con Del Piero.
Nonostante la deludente stagione degli Sky Blues, c’è chi è riuscito comunque a mostrarsi agli importanti osservatori delle squadre europee: uno di questi è Terry Antonis. Il giovane centrocampista, classe ’93, era già da parecchi anni sotto l’osservazione di numerose squadre europee che pazientavano con fiducia. E’ un azzardo ancora chiamarlo “predestinato”, ma un giocatore che già a 10 anni era riuscito a girare un DVD con David Beckham,  che a 14 era ad un passo dall’Everton, che ha già collezionato 3 presenze nella Nazionale maggiore, capitano dell’Under20, e che ha giocato una stagione da protagonista al fianco di Del Piero non è sicuramente da ignorare.
Dopo anni di corteggiamenti, che sono rimasti sempre e solo tali, da parte di Everton, Inter, Marsiglia e Borussia Mönchengladbach, viene acquistato dal Parma in questa sessione di calciomercato.

Gli estimatori del giovane australiano lo definiscono uno fra i migliori talenti del calcio oceanico, paragonandolo anche al connazionale Tim Cahill.
Nonostante sembri ancora troppo “fragile” per il campionato italiano, reduce da un infortunio che non gli ha permesso di partecipare al Mondiale Under20, il Parma sembra determinato a puntare sul giovane Antonis, perfetto per il gioco di Donadoni.
Il curriculum di Terry Antonis è già ricco di note positive, il suo talento e il suo sogno di mostrarsi un giocatore da Serie A fanno ben sperare; e chissà se già quest’anno il giovane australiano sarà la vera sorpresa del nostro campionato…


(di Alessandro Triolo)

A volte ritornano...

Hellas Verona-Milan, è il caso di dirlo: a volte ritornano. Una partita con già di suo un sapore particolarmente “vintage”, si è conclusa nella maniera oggettivamente più affascinante. Il Milan affronta al Bentegodi l’Hellas Verona, tornata dopo 11 anni nella massima serie italiana, e inaugura il campionato.
Dopo 5 minuti il nuovo acquisto rossonero Poli sblocca il risultato. Il Milan, però,  non riesce a tenere in pugno la partita e a mantenere quanto ottenuto. E’ evidente come la squadra di Allegri soffra in difesa, il reparto con meno qualità probabilmente. El Shaarawy non riesce a entrare mai nel vivo dell’azione e i tentativi di Balotelli sono pressoché inutili, vanificati anche dall’ottimo portiere Rafael. Così, con determinazione l’Hellas pressa il Milan cercando il gol del pareggio. A siglare il momentaneo 1 a 1 ci pensa Luca Toni con il suo marchio di fabbrica, ovvero il colpo di testa. La squadra di Mandorlini gioca bene, meglio del Milan, e punta sul suo attaccante, che a Verona sembra esser tornato quello dei migliori anni. Così al 53’ parte un contropiede dei gialloblù: se la giocano Romulo e Jankovic, finchè il serbo  crossa per Luca Toni che, nuovamente di testa, realizza il gol del 2 a 1, regalando una dolcissima vittoria all’Hellas Verona.
La serie A inizia nella maniera più emozionante, senza cori razzisti ai danni di Balotelli, con l’Hellas che supera il Milan, facendo ritornare alla mente la “fatal Verona”, con un attaccante come Luca Toni che conferma di esserci sempre stato, che il vizio del gol non l’ha perso giocando negli Emirati Arabi o facendo la riserva con la Fiorentina, e che forse questo non è il caso di dire che “a volte ritornano”
(di Alessandro Triolo)

sabato 24 agosto 2013

ESCLUSIVA: Guida alla nuova Serie A.

Il momento è arrivato, la nuova stagione finalmente avrà inizio stasera a Verona, dove il neopromosso Hellas affronta i rossoneri di Balotelli. Tante le aspettative per questa nuova annata, con una Juventus, finalmente forte del suo top player Carlos Tevez, alla caccia del terzo scudetto consecutivo, una Fiorentina ancor più competitiva, che con la coppia Gomez-Rossi insidierà i bianconeri per la corsa al titolo, un Milan poco rinnovato, che punta sui suoi giovani gioielli per cancellare la brutta partenza dello scorso anno, un Napoli europeo che vuole riconfermarsi e un’Inter che vuole riscattarsi. Potremmo andare anche avanti, parlando di Roma, Lazio, Udinese, Catania, Parma e le altre squadre del nostro campionato, ma lo faremo analizzando passo dopo passo le partite della prima giornata.

      Hellas Verona - Milan, ore 18:00, stadio Marcantonio Bentegodi, Verona (Calvarese)
L’Hellas viene dalla promozione e da una vittoria in Coppa Italia contro il Palermo, il Milan da un pareggio in casa del PSV Eindhoven nei preliminari di Champions: le motivazioni, quindi, ci sono, soprattutto in casa gialloblù, dove la voglia di cominciare con il piede giusto è tanta. Se il Verona è mentalmente fresco, il Milan, invece, si può dire che la sua stagione l’abbia già cominciata, tutto sommato anche abbastanza bene. Da registrare  il rientro di De Jong per i rossoneri e l’esordio dell’intrigante tridente Jankovic-Toni-Martinho per l’Hellas.
  
Sampdoria - Juventus, ore 20:45, stadio Luigi Ferraris, Genova (Banti)
La Juve proverà a sfatare l’unico tabù dell’era Conte: la Samp è stata infatti l’unica squadra a battere gli invincibili bianconeri lo scorso anno sia all’andata che al ritorno (2-1 e 1-3). Davanti, inoltre, Marotta vede il futuro della sua squadra. Scenderà in campo coi blucerchiati Manolo Gabbiadini, attaccante di proprietà proprio della Juventus, girato in prestito alla squadra di Rossi. E’ un esame, quindi, quello a cui si sottoporrà il giovane Under-21, che potrà consacrarsi segnando un gol alla sua futura squadra e dimostrando di meritarsela. Ma la Juve viene da una roboante vittoria in Supercoppa con la Lazio e sicuramente ha voglia di prendere nuovamente in mano la Serie A.

        Inter - Genoa, domani ore 18:00, stadio San Siro, Milano (Guida)
Dopo tante chiacchiere, dubbi e conferme, parte l’era Mazzarri in neroazzurro. L’Inter viene da una soddisfacente vittoria (o almeno cosi ha commentato il neo allenatore ) in Coppa Italia contro il Cittadella per 4-0. Punto fermo è Esteban Cambiasso, capitano per via dell’infortunio di Zanetti, intorno al quale gira l’intera squadra. Il centrocampista ha dichiarato: “Durante l’arco della stagione quello che dobbiamo cercare di fare è costruirci un’identità, questo conta davvero. E’ un’Inter che parte da zero”. Il Genoa, che si è appena assicurato Gamberini e (quasi) Calaiò, ha a disposizione quasi tutti i giocatori, ad eccezione di Marchese e Biondini. Dopo una stagione al Bologna, torna in attacco Alberto Gilardino, che Liverani ha dichiarato incedibile, ma potrebbe essere coinvolto in uno scambio con la Roma, che porterebbe Borriello nuovamente alla base.

      Cagliari - Atalanta, domani ore 20:45, stadio Nereo Rocco, Trieste (Irrati)
Il Cagliari riparte dopo essere riuscito a portare a termine un’impresa: i prezzi pregiati sono rimasti dov’erano. Ibarbo alla Juve, dicevano. Nainggolan all’Inter, dicevano. Eppure Cellino li ha convinti a rimanere e ha sbarrato le porte ai concorrenti. Unico punto interrogativo resta Astori, per cui in questi giorni si è fatto avanti e ha poi fatto dietrofront il Napoli, ma resta vivo l’interesse del Milan. La formazione è la stessa dell’anno scorso, nessun innesto importante, né, appunto, alcuna cessione, a parte quella di Thiago Ribeiro al Santos. In effetti, squadra che vince non si cambia, e l’anno scorso si può dire che il Cagliari abbia vinto: molti problemi giudiziari, legati per la maggior parte allo stadio, ma la coppia Pulga-Lopez ha guidato i sardi all’ambito decimo posto. Anche l’Atalanta ha cambiato poco, l’acquisto Migliaccio salterà la gara. Spazio dunque al talento puro di Livaja e Bonaventura.

      Lazio - Udinese, domani, ore 20:45, stadio Olimpico di Roma (Gervasoni)
Forse la sfida più interessante assieme a Fiorentina-Catania. Entrambe le squadre vengono da due sconfitte pesanti: la Lazio ha fallito l’obiettivo Supercoppa perdendo 4-0 con la Juve e l’Udinese, sfortunata, è stata battuta dallo Slovan Liberec 3-1 in Europa League; la voglia di riscatto è dunque tanta. Petkovic, come riporta La Gazzetta dello Sport, darà spazio a Cana e Novaretti in difesa, mentre Guidolin si affida nuovamente alla coppia Muriel-Di Natale.

      Livorno - Roma, domani ore 20:45, stadio Armando Picchi, Livorno (Massa)
Il Livorno incontra una Roma scombussolata dalle polemiche e dalle recenti cessioni di Osvaldo e Lamela, ma non meno vogliosa di stupire con il nuovo tecnico Garcia. Nicola punta sui giovani arrivi scuola Inter Bardi, Mbaye e Duncan, e sia affida all’esperienza di Greco a centrocampo. La Roma è ovviamente nelle mani di capitan Totti, soprattutto in un momento del genere, ma c’è tanto da aspettarsi da Maicon, Strootman e Gervinho. Sarà una sfida tutta da seguire.

      Napoli - Bologna, domani ore 20:45, stadio San Paolo, Napoli (De Marco)
Benitez fa il suo esordio contro il Bologna, proprio come fece al suo tempo Mazzarri. Higuain è una certezza, Hamsik ha sposato da tanto tempo il progetto, Pandev e Insigne potrebbero essere insidiati sulle fasce da Mertens e Callejon. Al centro spazio a Dzemaili e Behrami, in difesa esordio per Albiol. Il Bologna risponde invece con il suo nuovo bomber Rolando Bianchi e i navigati fantasisti Diamanti e Kone.

        Parma - Chievo Verona, domani ore 20:45, stadio Ennio Tardini (Rizzoli)
Parma che si presenta davanti al pubblico amico con una coppia d’attacco esplosiva: Cassano-Amauri, per dare la caccia a nuovi record e, magari, raggiungere l’Europa, che per una parte dello scorso campionato il Parma si meritava davvero. Unica grana Paletta, fermo ai box: giocherà Felipe. Guai in difesa anche per il Chievo: Dainelli fermo per fascite plantare. Esordio in gialloblù per Acosty,Sestu e Radovanovic.


     Torino - Sassuolo, domani ore 20:45, stadio Olimpico di Torino (Orsato)
Il Torino si è rinforzato molto in questa sessione di calciomercato: non a caso sta per cominciare una stagione di sofferenza in cui dovrà lottare per non retrocedere. Sono arrivati Moretti, Bovo, Farnerud, Bellomo, El Kadduri, Larrondo e il bomber Under-21 Immobile, in prestito dalla Juve in cambio di Ogbonna. Padelli sarà titolare solo per questa partita, poi toccherà al nuovo portiere Pegolo, direttamente dal Siena. Il Sassuolo, reduce da una sorprendente vittoria al Trofeo TIM, fa invece esordire la stellina Zaza, mentre sulla sinistra già pronto l’ex Juventus e Fenerbahce Ziegler, in attesa di Zapata dal Napoli e più probabilmente Schelotto dall’Inter.

      Fiorentina - Catania, lunedì ore 20:45, stadio Artemio Franchi (Doveri)

In attesa di scoprire il futuro di Ljajic (Milan, Roma o Atletico Madrid), la Fiorentina già ingrana con una vittoria in casa del Grasshopper, dove spicca un super Cuadrado e un buon Mario Gomez. Entrambi, assieme a Giuseppe Rossi, saranno titolari col Catania, che invece si presenta con una formazione analoga a quella utilizzata l’anno scorso, con l’unico innesto Tachtsidis a centrocampo e la sicurezza Bergessio in attacco.

(di Jacopo Burgio)

Scottish Premier League, la gemella del calcio inglese

L’attuale Premier League, massima serie del campionato inglese, è nata da uno scisma interno al calcio britannico risalente al 1992, quando, appunto, tale serie si venne a creare con la separazione dalla Football League. La Barclays Premier League (Barclays è il nome della più famosa banca britannica che compare per ragioni di sponsorizzazione) comprende squadre, ovviamente, d’Inghilterra, ma anche di un’altra nazione del Regno Unito, il Galles (quest’anno Swansea e Cardiff City). Di un altro campionato, altrettanto caratterizzato da contraddizioni e allo stesso modo anche altrettanto interessante, fanno parte le squadre di Scozia, terza nazione dello United Kingdom.
La Scottish Premier League nacque anch’essa da uno scisma che la vide separarsi dalla Scottish Football League nel 1998; a differenza che in Inghilterra però, proprio quest’anno il calcio scozzese ha deciso di tornare unito in un’unica associazione calcistica professionale. La Premier scozzese comprende attualmente 12 squadre e procede annualmente in modo molto particolare, se paragonato a quello nostrano: le squadre si incontrano per 3 volte (due gironi d’andata e uno di ritorno) per un totale di 33 giornate, per poi procedere con lo “split”, che potremmo quasi paragonare ai play-off della nostra Serie B. Le prime 6 squadre si incontrano infatti per stabilire a chi assegnare il titolo e le posizioni in Champions e Europa League, mentre le altre 6 si battono per non retrocedere. Con questo piccolo “torneo” si arriva alle 38 giornate, analogamente agli altri campionati europei, composti per la maggior parte da 20 squadre.

Il calcio scozzese, pressoché ignorato dai più, è invece, a parer mio, uno dei più affascinanti d’Europa, nonché seguito da tifosi sinceramente appassionati, come abbiamo visto per esempio in Champions League quest’anno, quando il Celtic di Glasgow ha mortificato il Barcelona di Messi nella bolgia del Celtic Park, soprattutto per merito, appunto, di una tifoseria davvero incredibile. Quest’ambiente, positivo da un lato, può però generare momenti di tensione: facile immaginare quello che potrebbe succedere (e che in passato è accaduto) se non ci fossero misure di sicurezza molto elevate durante il derby di Glasgow Rangers-Celtic, che, per la cronaca, è primo in classifica nella lista dei derby più accesi e pericolosi al mondo stilata dalla CNN, cui seguono Lazio-Roma e Boca Juniors-River Plate. Quando scende in campo infatti la “Old firm” (cosi vengono chiamate collettivamente le due squadre scozzesi, detentrici del titolo per la quasi totalità delle volte) scendono con loro motivi storici, sociali e religiosi. Quest’anno però,come quello scorso, più per fortuna che purtroppo, tale evento,atteso ma talvolta molto violento, non si potrà disputare: i Rangers sono stati travolti da un improvviso fallimento e si trovano quindi nei piani bassi della lega scozzese, pronti però a tornare nuovamente in alto e, sicuramente, ad infiammare ancora il derby di Scozia.

(di Jacopo Burgio)

venerdì 23 agosto 2013

Matri o Quaglia? la Juve (s)vende.


Dopo essersi assicurata Carlos Tevez, Fernando Llorente e Angelo Ogbonna, la Juventus, ormai completa in ogni reparto, pensa adesso a sfoltire quanto può la rosa, soprattutto in attacco. In porta la situazione non è cambiata: Buffon è come al solito stratitolare, Storari il suo sostituto, mentre il povero Rubinho, alle spalle di questi due grandi ultimi uomini, ha il ruolo di terzo portiere. Il promettente Nicola Leali, che ha collezionato una sola presenza con la maglia bianconera in occasione del Trofeo TIM 2012, è stato nuovamente mandato in prestito (l’anno scorso al Lanciano), questa volta allo Spezia. In difesa, con Ziegler ceduto al Sassuolo, giocatori destinati a partire sono sicuramente De Ceglie e Motta, o forse uno solo dei due, mentre l’astro nascente Fausto Rossi, terzino ex Brescia, verrà mandato in prestito per “farsi le ossa”. Nel reparto di centrocampo, forse il più completo e competitivo, la Juve ritrova un pezzo importante, Simone Pepe, reduce da un brutto infortunio e da un’altrettanta brutta ricaduta accusata lo sorso anno. In partenza, molto probabilmente in prestito, è Marrone, che non ha trovato spazio per via della sempre più incombente presenza del talento Pogba, mentre per Isla, che sembrava vicino all’Inter, non si ha ancora un futuro ben definito.
L’attacco è invece il reparto per cui, come sempre, Marotta e Paratici dovranno lavorare di più: una volta alla ricerca del top player, ora per disfarsi dei giocatori “in forza”. Tra questi troviamo i soli Matri e Quagliarella, che avevano capito di essere sul piede di partenza già dall’arrivo di Llorente a Gennaio scorso. Il punto è che Marotta sembra volersi privare solo di uno dei due attaccanti italiani; la sua volontà, probabilmente, è quella di piazzare il primo che riesce a vendere ad un buon prezzo: Matri è stimato soprattutto in Italia (Napoli, Milan e Roma le squadre che se lo possono aggiudicare), anche se in passato c’è stato un interessamento del Liverpool e dello Shalke 04, ormai apparentemente sfumato. Anche per Quagliarella si è profilata per un momento l’ipotesi Napoli, ma adesso il calciatore è seguito soprattutto in Inghilterra (West Ham e Norwich), pur avendo un’offerta importante dall’Al-Gharafa, club arabo allenato dal celebre ex calciatore Zico. Vero è che uno dei due andrà via al 100%, ma non è da escludere la partenza di entrambi.


(di Jacopo Burgio) 

La doppia faccia dell'Arsenal.


Passati pochi giorni dall’inizio della nuova stagione, i Gunners si ritrovano, come accaduto molto spesso negli ultimi anni, tra l’oscurità e la luce. La banda di Wenger è infatti incappata in una sconfitta più che pesante alla prima giornata del campionato inglese contro l’Aston Villa (1-3 davanti al pubblico amico) e ha invece sotterrato proprio l’altro ieri il Fenerbahce per 3-0 nella difficilissima trasferta turca, aggiudicandosi cosi molto probabilmente un posto nei gironi di Champions League.  "C'è un ambiente sempre molto caldo in Turchia, ma ciò che conta è quello che succede in campo, non sugli spalti. Quando giochi in questi palcoscenici hai l'opportunità di mostrare la personalità. Questo è ciò che vogliamo fare", aveva dichiarato il manager francese durante la conferenza stampa prima del match, come riporta TuttoMercatoWeb. In perfetta coerenza con le parole dell’allenatore, i Gunners hanno vinto la partita senza troppi problemi, sia per un Fenerbahce quasi irriconoscibile rispetto a quello visto, per esempio, quest’anno contro la Lazio in Europa League, sia per la loro più che buona prestazione. Al 6’ della ripresa la sblocca Gibbs su ottimo assist di Walcott, poi raddoppia Ramsey con un tiro dalla distanza al 19’. Chiude Giroud al 30’ su rigore guadagnato dallo stesso Walcott, che ci mette un’altra volta lo zampino. Considerando il risultato e il gioco espresso, potremmo tranquillamente dire che l’Arsenal è partito bene quest’anno, ma la ferita lasciata dalla disastrosa prima giornata di campionato brucia ancora. All’Emirates apre Giroud dopo appena 5 minuti, lanciato in porta da Oxlade-Chamberlain, ma i guai cominciano ad arrivare quando l’arbitro assegna un rigore per l’Aston Villa: Szczesny para il brutto tiro di Benteke, ma il pallone capita fortunosamente sulla testa dello stesso attaccante, che appoggia facilmente in rete. Al 61’ è nuovamente rigore per gli ospiti e stavolta, implacabile, Benteke spiazza il portiere. La situazione comincia a degenerare ancora di più quando Koscienly viene espulso per somma di ammonizioni, ma l’Arsenal dimostra di sapere reagire e Rosicky comanda due azioni spettacolari che però non si concludono con il gol. Ecco allora che i Villans danno il colpo di grazia con un contropiede gestito alla perfezione: Luna inchioda il risultato sul 3-1.
Al di là delle prestazione brutte o buone che siano, tra i tifosi si respira aria di scontento. Il mercato dell’Arsenal non è stato infatti soddisfacente, con il solo Sanogo acquistato dall’Axeurre. Peraltro, si tratta di un promettente giovane francese, ma comunque una scommessa, che sicuramente Wenger non piazzerà immediatamente fra i titolari. "Vogliamo che chi ci supporta sia felice e quando accade che non sia cosi, ti senti triste e arrabbiato. Il mio lavoro consiste proprio nel far felice i tifosi, ma non abbiamo perso la partita perché non abbiamo acquistato nuovi giocatori. Se non investiamo denaro è perché non troviamo i giocatori adatti. Non sono il solo a lavorare in questo ambito, siamo tutti pronti ad acquistare giocatori se sono fatti per noi. Siamo nel mercato, tutti sanno che vogliamo comprare giocatori, ma prima di far ciò dobbiamo vincere le partite. Non aver comprato non è una scusa alla sconfitta di oggi. Tutti dicono “comprate, comprate e comprate” ma se mi chiedete “chi”, ecco, qui la cosa comincia a diventare molto più problematica . Prendiamo il nostro lavoro sul serio e, credetemi, noi analizziamo ogni singolo giocatore al mondo. Lavoriamo ventiquattro ore su ventiquattro per fare questo  e quando prendiamo una decisione la prendiamo sul serio.  Non siamo come la gente pensa, non è vero che non vogliamo spendere, vogliamo e siamo pronti a comprare giocatori. Non solo perdiamo una gara, abbiamo anche molti infortunati, è incredibile quanti siano ai box”. Queste le parole che Wenger ha speso dopo la partita contro l’Aston Villa e ha inoltre aggiunto: “Il mercato per me comincia adesso. Ci saranno molte novità di qui al 2 settembre”. Dopo aver seguito invano Suarez, recentemente il Daily Mail ha parlato di una possibile offerta da parte del club inglese per Karim Benzema, ma il Real, pur con l’arrivo di Bale, non si priverà facilmente di un attaccante dopo avere venduto Higuain al Napoli. Che siano quelle del tecnico dei Gunners solo parole per risollevare i tifosi, le sorprese in casa Arsenal dovranno arrivare per forza o il tanto atteso titolo (10 anni fa l’ultimo) difficilmente verrà conquistato.

(di Jacopo Burgio)