L’attuale Premier League, massima serie del campionato inglese,
è nata da uno scisma interno al calcio britannico risalente al 1992, quando,
appunto, tale serie si venne a creare con la separazione dalla Football League.
La Barclays Premier League (Barclays è il nome della più famosa banca
britannica che compare per ragioni di sponsorizzazione) comprende squadre, ovviamente,
d’Inghilterra, ma anche di un’altra nazione del Regno Unito, il Galles
(quest’anno Swansea e Cardiff City). Di un altro campionato, altrettanto
caratterizzato da contraddizioni e allo stesso modo anche altrettanto
interessante, fanno parte le squadre di Scozia, terza nazione dello United Kingdom.
La Scottish Premier League nacque anch’essa da uno scisma
che la vide separarsi dalla Scottish Football League nel 1998; a differenza che
in Inghilterra però, proprio quest’anno il calcio scozzese ha deciso di tornare
unito in un’unica associazione calcistica professionale. La Premier scozzese
comprende attualmente 12 squadre e procede annualmente in modo molto
particolare, se paragonato a quello nostrano: le squadre si incontrano per 3
volte (due gironi d’andata e uno di ritorno) per un totale di 33 giornate, per
poi procedere con lo “split”, che
potremmo quasi paragonare ai play-off della nostra Serie B. Le prime 6 squadre
si incontrano infatti per stabilire a chi assegnare il titolo e le posizioni in
Champions e Europa League, mentre le altre 6 si battono per non retrocedere.
Con questo piccolo “torneo” si arriva alle 38 giornate, analogamente agli altri
campionati europei, composti per la maggior parte da 20 squadre.
Il calcio scozzese, pressoché ignorato dai più, è invece,
a parer mio, uno dei più affascinanti d’Europa, nonché seguito da tifosi
sinceramente appassionati, come abbiamo visto per esempio in Champions League
quest’anno, quando il Celtic di Glasgow ha mortificato il Barcelona di Messi
nella bolgia del Celtic Park, soprattutto per merito, appunto, di una tifoseria
davvero incredibile. Quest’ambiente, positivo da un lato, può però generare
momenti di tensione: facile immaginare quello che potrebbe succedere (e che in
passato è accaduto) se non ci fossero misure di sicurezza molto elevate durante
il derby di Glasgow Rangers-Celtic, che, per la cronaca, è primo in classifica
nella lista dei derby più accesi e pericolosi al mondo stilata dalla CNN, cui
seguono Lazio-Roma e Boca Juniors-River Plate. Quando scende in campo infatti
la “Old firm” (cosi vengono chiamate collettivamente le due squadre scozzesi,
detentrici del titolo per la quasi totalità delle volte) scendono con loro
motivi storici, sociali e religiosi. Quest’anno però,come quello scorso, più
per fortuna che purtroppo, tale evento,atteso ma talvolta molto violento, non
si potrà disputare: i Rangers sono stati travolti da un improvviso fallimento e
si trovano quindi nei piani bassi della lega scozzese, pronti però a tornare
nuovamente in alto e, sicuramente, ad infiammare ancora il derby di Scozia.
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